venerdì 26 maggio 2023

Mugnano, Cannito Piccolo e la tomba osca

Negli anni settanta, forse nel 1975, durante la messa in opera del gasdotto nell’ex Via Cannito Piccolo che a quel tempo era un viottolo di campagna come si vede qui nella foto scatta nel 1978, oggi Via Brodolini, venne alla luce una tomba, probabilmente degli Osci se no romano-imperiale, del tipo a camera o ipogeo. Gli operai quella mattina di primavera, intenti a fare il loro lavoro con un mezzo meccanico, ne sfondarono il tetto e ignari di quanto apparve ai loro occhi rimasero allibiti. Ovviamente ci fu il via vai di diversi curiosi, giacché in paese la notizia era poi volata di bocca in bocca (come canta De Andrè), e per alcuni giorni quel luogo fu meta di pellegrinaggi, specialmente di noi ragazzi e a dire il vero anch'io andai; anche perché abitavo nei paraggi. Insieme ad altri scesi  nel ventre della tomba, la quale per una buona metà era invasa dai detriti del tetto sfondato. Quello che ricordo chiaramente è che le pareti erano intonacate e presentavano un lambrino culminato da una linea continua di un rosso porpora. Vi era anche una sorta di rientranza tipo edicola votiva, ma senza alcuna immagine o altro. Non ricordo di aver visto oggetti o ossa, ma credo che quando scesi io non c'era alcunché di prezioso, se non la tomba e quello che ho qui descritto. La mattina seguente, in classe, si parlò della involontaria scoperta fatta. Alcuni ipotizzarono anche un probabile trafugamento degli oggetti contenuti in essa, ma ciò fu spicciolo pettegolezzo poiché di tali notizie non si ebbero mai riscontri. Il nostro chiacchiericcio fu interrotto dal prof di religione, ovvero da padre Gargiulo, ex parroco di San Biagio, il quale ci chiese di accompagnarlo sul luogo del ritrovamento. Mi proposi io, in quanto abitavo in zona, e altri due compagni di scuola. Se non ricordo male andammo di pomeriggio e con il professore ci incontrammo all'ingresso della cupa, e così lo conducemmo in loco. Non c'era nessuno, credo, tranne tanta polvere e noi quattro. Il sacerdote si avvicinò alla tomba da solo e noi restammo poco distanti. Dopodiché ci raccontò qualcosa, ma quel che disse non lo ricordo affatto. E tra un come e un perché ci allontanammo. Usciti sulla strada maestra, ci salutammo e ognuno andò per i fatti suoi.

(Nella foto sopra, un mio scatto del 1978 di Via Cannito Piccolo, oggi Via Brodolini)

testi di Carmine Cecere 

mercoledì 24 maggio 2023

Mugnano 1935, i prezzi degli alimenti nel XIV anno del regime fascista

Nella seduta di Giunta dell'ottobre 1935, era all'ordine del giorno l'approvazione del listino annonario dei generi di maggior consumo con i nuovi prezzi da praticarsi. Il Consesso fu presieduto dal Commissario prefettizio Dott. Gennaro Sannini e a turno i vari Consiglieri espressero le proprie perplessità e convinzioni, tenendo conto del momento storico in cui viveva la nazione. Si proposero alcune modifiche in merito a quelle già trattate e non mancarono disappunti da parte di chi aveva espresso determinati ritocchi in ribasso rispetto a quanto proposto nella precedente sessione. Nell'elenco emergono delle curiosità: è riportato un tipo di salame denominato salame speciale Mugnano, e la dicitura latte munto alla presenza; e per ovvi motivi di censura l'olio extravergine è riportato Olio Extra fino. Il Presidente mise ai voti l'argomento in trattazione per alzata e seduta, e nonostante i malumori manifestati l'assemblea votò all'unanimità il nuovo listino dei prezzi dei generi alimentari che andò in vigore giovedì 7 novembre 1935 con le relative raccomandazioni di igiene e conservazione della merce; come evince dalla foto del manifesto originale concessaci da Salvatore Fioretto, ideatore e curatore del blog: Piscinolablog, al quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per la gentile e fattuale collaborazione.

(Clicca sulla foto per ingrandirla)

testi di Carmine Cecere 

martedì 23 maggio 2023

Mimmo Di Iorio, 50 anni dal titolo italiano dei pesi welter

Promise che se avesse disputato l'incontro nei giorni dei festeggiamenti del Sacro Cuore avrebbe vinto, e così fu. Mimmo Di Iorio, la sera del 24 ottobre 1973, giorno in cui si concluse la festa dello "Scauzone", conquistò il titolo italiano della sua categoria, battendo il sardo Marco Scano nella cittadina di Albenga, in provincia di Savona. Portando alla ribalta della cronaca sportiva i colori della sua Mugnano. Io avevo undici anni e ricordo bene i festeggiamenti che Mugnano gli riservò. C'ero anch'io a sventolare il tricolore per le strade del paese. Per noi ragazzini che a quei tempi ci piaceva qualsiasi disciplina sportiva, tale notizia ci inorgoglì. Un nostro concittadino, uno di noi, una persona che praticamente la si incontrava tutti i giorni per la strada, aveva raggiunto un traguardo importante, per lui e per tutti noi. Eravamo fieri del nostro campione d'Italia. Dalle pagine de 'Il Mattino", il giornalista Salvatore Fellico ci trasmise sentimenti di commozione con il suo articolo dal titolo "Di Iorio conquista il tricolore". Il palmares sportivo dell' ex pugile conta 30 vittorie su 38, 6 per KO, persi 3 incontri di cui uno su KO, ne pareggiò 5, e 5 furono i titoli conquistati. Concluse la carriera sportiva tre anni dopo: il 27 febbraio del 1976. Oggi Mimmo è un giovanotto di 75 anni che sovente incrocio per le strade della città, talvolta anche in bicicletta. E quest' anno (2023) si commemora il cinquantesimo anniversario dell'indimenticabile traguardo, orgoglio di tanti sportivi mugnanesi. Grazie Mimmo, campione per sempre.

Mimmo Di Iorio festeggiato e premiato
dal presidente del Club Napoli Ruggiero
con targa ricordo per la conquista
del titolo italiano.
Foto di Salvatore Ruggiero.
Fotografo Renato De Angelis

Stralcio de "Il Mattino"
del 25 ottobre 1973

testi di Carmine Cecere 

lunedì 22 maggio 2023

Di Carmine, professore e artista a tutto tondo

Negli anni settanta alla Luigi Cirino fu istituito il doposcuola nel quale si svolgevano le L.A.C. (Libere Attività Complementari). Il programma prevedeva corsi di educazione sessuale, cineforum, teatro, educazione artistica e altre materie. Io frequentavo la seconda media e quando a tutti noi fu proposto di poter partecipare, io accettai senza alcuna esitazione. Fu in quella circostanza che conobbi il prof Antonio Di Carmine. Persona eclettica, tipico degli artisti, ma soprattutto appassionato della propria materia. Io avevo una propensione per il disegno, ero bravino e con lui appresi la tecnica e l'importanza del chiaroscuro. Il prof sottolineava che tale strumento è fondamentale per dare vita a quel che si disegna, creando volume e dando profondità, nonché tridimensionalità. 
Con lo stesso realizzammo anche sculture e opere in ceramica. Con santa pazienza ci trasportò nel mondo che lui amava, ed era ed è la sua vita. Anche se a volte quella santa pazienza gliela facevamo perdere. La sua determinazione ad insegnare quella straordinaria materia, di cui molti snobbavano, in noi fece nascere, nei suoi riguardi, ammirazione e stima. Fine paesaggista e non solo, ha preso parte a diverse manifestazioni e ancora oggi produce opere e oggetti in ceramica. All'inaugurazione della stazione mugnanese della metropolitana, espose, nella hall ferroviaria, delle stupende creazioni in rame cesellato di cui pubblichiamo alcune opere nelle foto a margine. Con il simpatico prof Antonio mi incontro spesso e con piacere, e affetto immutato, discorro dei tempi della scuola; e quasi sempre le nostre chiacchierate si concludono con le sue simpatiche barzellette.


Due splendide opere
In rame cesellato del
Maestro Antonio Di Carmine

testi di Carmine Cecere 

domenica 21 maggio 2023

San Biagio, quindici anni dal restauro dei cinque capolavori anonimi del ‘700

Nel settembre del 2006, in seguito al sopralluogo da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali, fu confermata la necessità dell’intervento mirato al recupero tecnico e quello della memoria storica delle opere. Nel 2008, terminata la fase organizzativa, si passò, sul finire del mese di aprile, a quella del recupero vero e proprio. Infatti, le prime due tele furono rimosse e avviate al delicatissimo intervento. La prima fu quella della “Madonna con Bambino e anime purganti”, posta sul transetto a destra dell’altare maggiore, avente misure 300x250 cm ed è dipinta ad olio, d’autore anonimo. La seconda tela riguarda la “Madonna del Rosario”, anch’essa dipinta ad olio da ignoto, avente misure complessive cm 300x400. Seguì poi quello de “Il martirio e gloria di San Biagio” le cui misure sono di cm 400x200, posta sulla volta della navata centrale. L’unica tela ad aver in calce la firma dell’autore è la “Presentazione di Maria al tempio” di un tal C. Fatteruso, datata 1707. È probabile, invece, che sia Giuseppe Fattoruso, nato a Napoli sul finire del XVII secolo, pittore barocco della scuola napoletana con Giovanni Della Torre, Orazio Frezza e tanti altri. Dalla perizia tecnica risultò che quasi tutte le tele presentavano un rilassamento dovuto al distacco del telaio, inoltre erano visibili lesioni causate da vecchie infiltrazioni d’acqua e segni di maldestre riparazioni. Fu la prima volta che si diede luogo a un’operazione di tale importanza, le cui finalità puntarono a ridare decoro ad una struttura che nel corso della propria esistenza subì modifiche e ammodernamenti come le stesse Visite Pastorali, tra cui quelle dei cardinali Cantelmo, Carafa, Caracciolo, Gesualdo e Spinelli, testimoniano. Il lavori si conclusero nel 2009. 

La mastodontica impalcatura
Per il restauro della tela sulla 
Volta. Clicca sulla foto per
Ingrandirla.

testi di Carmine Cecere 

sabato 20 maggio 2023

Mugnano, 'o cinema nuovo e 'o cellariello

A Mugnano il cinema muto esplose con Ridolini, Charlot e tutte le altre comiche americane proiettate nella sala cinematografica ubicata in Via 4 Martiri, nei locali in cui oggi c'è il Banco di Napoli. A gestirla vi fu un personaggio alquanto eclettico, Francesco Romano, da tutti conosciuto come “Ciccio ‘o cuntrollo”, in quanto impiegato nell’azienda Tramviaria napoletana. Bisnonno di Salvatore Ruggiero (tabaccaio di Via Diaz), l’uomo nacque a Napoli nel 1873, ma visse la sua vita interamente a Mugnano e qui trapassò e dove tuttora riposa dagli anni ‘40. Dal muto, poi, si passò al sonoro, le tecniche migliorarono e nuove sale sostituirono quella del Romano. All'interno del palazzo De Magistris sorse il cinema "Verdi", conosciuto da tutti come " 'o cellariello", oppure " 'o cinema viecchio", il cui proprietario si chiamava Ugo, detto Ugariello e gridato da tutta la sala ogni qualvolta la pellicola si bloccava e lui era lontano dal proiettore a chiacchierare con la moglie. Leopoldo Apa, di Marano, deceduto nei primi mesi del 2014, conduceva il "Cinema Iris" apostrofato come " 'o cinema nuovo" e ancora " ' o cinema 'areto 'o campanaro" insieme alla sua consorte; avvalendosi della collaborazione di Vincenzo Fabozzi, il quale con tutto il suo nucleo familiare risiedeva all'interno della grossa struttura e che a sua volta era aiutato dai figli Ettore e Nicola. Quest'ultimo era mio amico e compagno di banco, e pertanto l'amicizia mi permetteva di entrare gratis. A quell'epoca i film che piacevano a noi ragazzi erano i film pseudo storici o volgarmente detti " 'e film de romani". Poi ci fu il boom dei film di karate e Kung fu, e questi, poi, scalzati dalla commedia sexy all'italiana con Edwige Fenech and Company. Durante la visione, accadeva sempre che quelli delle ultime file lasciavano cadere, volutamente, le bottiglie vuote delle gazzose, le quali rotolando producevano un frastuono assordante. L'ira della sala si esternava, nei confronti degli ignoti disturbatori, con una valanga di improperi. La soppressione delle sale cinematografiche, nel nostro paese, si ebbe con l'avvento dei videoregistratori e l'apertura dei blockbuster, ma soprattutto con la profonda crisi cui il cinema italiano attraversò. Cosicché la sala "Iris" divenne il centro polidiagnostico "Ippocrate"; mentre del mitico "cellariello" non siamo a conoscenza in cosa sia stato trasformato.

Il signor Vincenzo Fabozzi
nella cabina di proiezione. 
Nella foto sopra il signor
Biagio Imperatore con familiari
in attesa dell'apertura del cinema
Iris, dove adesso c'è il centro
Polidiagnostico.


testi di Carmine Cecere 

venerdì 19 maggio 2023

Mugnano, nel 1977 fu location di "Napoli, i 5 della squadra speciale"

Erano gli anni settanta e nei cinema impazzavano i film polizieschi all'italiana. Nel capoluogo campano se ne realizzarono tanti, e anche Mugnano nel 1977 fu la location dove furono girate diverse scene del film di cui riportiamo la locandina: "Napoli, i 5 della squadra speciale". L'attore protagonista era lo statunitense Richard Harrison, il quale conta un centinaio di film come attore e tre come regista. Poi c'era il napoletano Enrico Maisto (Napoli 1940 - 1997), il quale abitava in Via Napoli a Mugnano, nel palazzo dove c'è il centro dell'ASL. Prese parte a circa 20 Film quasi tutti polizieschi, tra cui "Napoli Violenta", "Napoli si ribella", "I Guappi", con Fabio Testi; "La banda Vallanzasca", "Napoli spara", "Corleone", di Pasquale Squitieri. "Il Prefetto di ferro" con Giuliano Gemma, "Ternosecco" di Giancarlo Giannini, e per la televisione: "Il Marsigliese" e "Naso di cane'. C'era anche l'attrice Lina Polito, di cui tra i tanti film ai quali prese parte si annovera "Film d'amore e d'anarchia..." di Lina Wertmuller; "I Guappi", di Pasquale Squitieri; "Salvo d'Acquisto" con Massimo Ranieri; "Scusate il ritardo", di Massimo Troisi. E questi sono solo alcune delle pellicole a cui prese parte l'attrice napoletana. Un altro attore che vi partecipò è Franco Marino, il cui palmares equivale quello di Maisto. Ebbe una parte, però, anche nel famoso film tratto dal libro di Umberto Eco: "Il nome della rosa". Ritornando al film girato a Mugnano, c'è un aneddoto che mi riguarda. All'epoca ero alle medie e solitamente di pomeriggio vagabondavo per il paese con i miei compagni di scuola. Un pomeriggio, salendo Via Napoli, ci rendemmo conto che presso l'appartamento sovrastante il negozio del Delfino, ovviamente allora non esisteva, vi era una troupe cinematografica. Presi dalla curiosità, rimanemmo nei paraggi a sbirciare ciò che accadeva. Un attrezzista della società cinematografica ci avvicinò e ci chiese se volevamo essere utili, previo compenso, alla costruzione del set di una scena che prevedeva la caduta di un attore dal terrazzo. La nostra partecipazione consisteva nel sistemare una pila di scatoloni su cui l'attore, cadendo dal terrazzo, sarebbe andato a finire senza farsi nulla, ovviamente. Accettammo e quindi ci portarono alle spalle del palazzo dove ci sono i frigoriferi. I tecnici ci lanciavano dall'alto dell'appartamento le scatole, e dai e dai una di queste mi si schiantò dritta sul naso. Un dolore tremendo e un mare di sangue mi copri il viso. Il capo casting si spaventò e mi portò subito dove dovevano girare le scene e mi fece pulire e medicare. Mi diedero da bere e sia Maisto sia Richard Harrison vennero ad assicurarsi che non mi fossi fatto niente di grave. Mangiai anche dei dolci e prima che andassi via mi furono dati dei soldi, ma poca cosa, un regalo, così come ci aveva promesso il capo attrezzista. Quando tornai a casa, mia madre mi chiese perché avessi dell'ovatta nelle narici. Io le risposi: non mi crederai, ma ho preso parte a un film. E mia madre, che di natura è sempre stata diffidente mi disse: vabbè, più grossa la balla non la potevi inventare? Ma è la verità, ribattei. Si vabbè, replicò lei allontanandosi. Io le corsi dietro e le feci vedere i soldi che mi avevano dato. E lei, niente, non mi credette. Ma era la verità, fui sincero. Il cattivo non ero io, il cattivo era nel film che poi andai a vedere quando uscì nelle sale nel 1978; e mentre lo guardavo mi toccavo il naso.


L'attore Enrico Maisto 

Entrambe le foto
Sono tratte da internet 


testi di Carmine Cecere 

Mugnano, dal rock al pop e al neomelodico

Negli anni 60-70 i capelloni nostrani, travolti dal grande ciclone musicale anglo-americano e dal movimento dei “figli dei fiori”, si armarono di chitarre dando vita a del buon rock italiano e facendo da colonna sonora alla contestazione giovanile. Negli scantinati di molte case del nostro territorio era tutto un fermento di nascenti formazioni musicali. I ragazzi con i pantaloni a zampa d’elefante, devoti dei vari Dylan, Hendrix, degli Eagles e tanti altri, figli di un mondo che partoriva solo guerre, intrapresero la loro rivoluzione lanciando non più bombe ma note, note di rabbia e di libertà. I complessi, allora così si chiamavano, con la cosiddetta musica americana post-bellica, allietavano le tante feste fatte nei cortili dei palazzi e tanti erano i “molleggiati” che danzavano a ritmo di rock’n roll. I nomi dei gruppi erano molteplici, alcuni di chiara matrice italiana, altri americanizzati, taluni senza alcun senso. I musicisti, quasi sempre tutti autodidatti, erano suonatori a “orecchio” e gli spartiti erano un optional. Le canzoni si imparavano ascoltando la radio o al bar con il juke-box. Gli scantinati, in quel periodo, divennero il ritrovo di tanti ragazzi, per molti fu il dopolavoro. Non tutti erano studenti, molti lavoravano: chi presso fabbrichette, chi era apprendista meccanico, chi tornitore e chi bracciante agricolo. Molti di questi gruppi, dalla contestazione giovanile, passarono a fare matrimoni, battesimi e alcuni le tradizionali feste di piazza. Come per i bravissimi "I Guerrieri", il cui gruppo mugnanese era compost da Peppe Limongelli, Mimmo Liccardo, Girolamo Maione, Alfonso e Peppe Mangiapili. Con l'avvento della Pop Disco dei Bee Gees, la cui musica stravolse gli anni settanta, a Mugnano prese vita "La Strana Sensazione" capitanata da Carletto Calace, il cui papà aveva un negozio di tappezziere in Via Napoli a fianco la pasticceria Zanella. L'intero repertorio del gruppo era totalmente composto dai brani del film “La febbre del sabato sera” del 1977, film diventato un “cult”. Incisero anche due inediti "Sei un Angelo" e "La nostra primavera". Per il repertorio napoletano si annovera il compaesano Enzo Moretti, il quale aveva un negozio di frutta e ortaggi in Piazza Municipio, accanto all'antico chiosco di bibite, anche egli con la passione della musica ma soprattutto della canzone napoletana, incise un 45 giri con un brano dedicato al Napoli dal titolo "O Napule è 'nu Lione",  purtroppo gli azzurri a poche giornate dalla fine del campionato mancarono la conquista dello scudetto, perdendo contro l'acerrima nemica Juventus.


Sopra: il 45 giri de La Strana Sensazione e 
sotto quando tennero il concerto durante
le festività del Sacro Cuore. A seguire
il disco di Enzo Moretti.

 
testi di Carmine Cecere 

giovedì 18 maggio 2023

Mugnano e il conte Mirabelli di Calvizzano

L’esimio giureconsulto calvizzanese, Senatore della IX Legislatura (1865-1867) Giuseppe Mirabelli lasciò questa terra il 2 agosto 1901. I funerali ebbero luogo a Napoli e ai quali prese parte una rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Mugnano, nonché quelle degli altri comuni limitrofi. Ciò si deduce dalla seduta di Giunta numero 76 del 18 agosto 1901; con la quale si emetteva mandato di pagamento “…al giardiniere Galiero Luigi, quale importo pattuito della corona col relativo nastro e lire ventidue e centesimi sessanta al Segretario comunale per altrettante da lui anticipate per spese di viaggio in andata e ritorno occorse per tutta la rappresentanza municipale”. Inoltre il giorno 13 dicembre dello stesso anno, con delibera 67, il Consesso mugnanese in sessione straordinaria, con la presidenza tenuta dal Sindaco Capece Minutolo, accolse la proposta del cambio di denominazione di Via dei Fiori in Via conte Giuseppe Mirabelli. Il consigliere Napolano Giovanni, che ne fu il promotore, con sentite parole ricordò i meriti del defunto Conte Giuseppe Mirabelli, senatore del Regno, del vicino Comune di Calvizzano e padre del consigliere provinciale avv. Gennaro. “...Quale omaggio alla memoria dell’illustre giureconsulto, alla bontà di lui che sentì sempre vivi nell’animo suo i sentimenti di solidarietà al suo paese nativo e quello di Mugnano, si da prestarsi con tutta la sua influenza non poche volte a favore degli interessi di questo Comune e dei suoi abitanti, ed anche quale attestato di stima pel figlio avv. Gennaro Mirabelli”. Alla proposta si associarono tutti i consiglieri presenti e il Presidente, quindi fu messa ai voti per alzata e seduta con l’assistenza degli scrutatori signori: Cirino Carmine, Vallefuoco Sac. Giuseppe e De Magistris Felice. La proposta fu approvata all’unanimità.


Gennaro Mirabelli
Le due foto ci sono state concesse
dall'ing. Bruno Davide dei conti Mirabelli


testi di Carmine Cecere

San Luigi Gonzaga, l’associazione mugnanese compie 130 anni

L’anno venturo, l’associazione San Luigi Gonzaga, da sempre ubicata nell’agorà principale mugnanese, compirà 130 anni di vita. Fu fondata nel 1894 per volere della gioventù cattolica della città. Il religioso gesuita fu proclamato santo patrono degli studenti da Benedetto XIII nel 1725 e dei giovani da papa Pio XI nel 1926; e fu anche patrono del regno delle due Sicilie. La "Pia Unione" San Lugi Gonzaga, così era l’originaria denominazione, ha attraversato la storia locale, nazionale ed europea, giungendo fino ai nostri giorni. Nello stesso anno in cui fu istituita l’associazione, in Italia nasceva la Banca d’Italia; a Parigi, invece, fu fondato il Comitato Olimpico Internazionale per iniziativa del barone de Coubertin; scoppia, poi, la prima guerra tra Cina e Giappone; a Milano viene fondato il Touring club italiano; la Calabria è colpita da un tremendo terremoto. Tra le tante personalità illustre nate in quell’anno ne ricordiamo una alquanto prestigiosa ed è quella di San Massimiliano Kolbe. A resistere al tempo e presenti nella stessa Piazza c’è l’associazione del Sacro Cuore sorta nel 1908 e quella dedicata al santo patrono San Biagio, riorganizzata nel 1925. Il presidente attuale della ASLG è il signor Aniello Chianese.  

(Foto anno 1926 di S. Ruggiero. Clicca sopra per ingrandirla)

testi di Carmine Cecere

mercoledì 17 maggio 2023

'A terra do 'ndunato

Una distesa immensa, brulla, incolta da chissà quanto tempo. Negli anni settanta in quel fondo denominato “'a terra do 'ndunato”, facendo dei calcoli sommari, si sarebbero potuti realizzare due campi di calcio regolamentari con annesse tribune e accessori e forse anche un ampio parcheggio. Sovente capitava che, contemporaneamente, su quel manto sterrato si giocassero tre o quattro partitelle di calcio organizzate alla spicciolata da adolescenti che avevano marinato la scuola; e non soddisfatti si ricominciava anche di pomeriggio: sia nella polvere d’estate sia sotto la pioggia invernale. Su quell’appezzamento si svolgevano anche le gare dei fuochi d‘artificio in onore del Sacro Cuore, e spesso, sempre durante le feste dello “Scauzone”, s’installavano le giostre. Fu anche organizzata la festa dell’Unità, con i classici stand in cui si mangia di tutto, e un grande palco su cui si esibirono band di rocchettari; e a chiusura dell’evento ci fu un concerto memorabile di Sergio Bruni. Spesso, a brucare le erbe spontanee di quel campo, vi era il gregge di capre di Ciccio “'o capraro”, Francesco Maisto, persona squisita e amico di tutti. Poi il tempo scorre inesorabilmente, e nel 2001 quello spazio che a noi piccoli virgulti sembrava non finisse mai, fu colmato da metri cubi di cemento per la realizzazione di un parco residenziale con annessa una villa attrezzata per il tempo libero, la quale fu dedicata alla cantante sudafricana Miriam Makeba. Oggi quella zona è identificata come il rione San Lorenzo cui prende il nome dell’omonima strada. Tuttavia, ogni volta che passo da quelle parti, sento le urla e vedo me e i compagni di classe correre dietro un rosso Super Santos.

Due amici e a sx il caro sig. Ciccio. 
foto '79/80. Ingrandiscila.


Le prime costruzioni nel 2001,
clicca per ingrandire la foto.

(Nella foto in alto un mio scatto del 1975, a giocare ci sono i miei compagni di scuola. Clicca sulla foto per ingrandirla)


testi di Carmine Cecere

martedì 16 maggio 2023

Ritiro del Carmine, rapinate le suore una notte del 1960

Nel 2003, prima che il convento del Ritiro chiudesse definitivamente, conobbi l'ultima suora guardiana, suor Jole. Le raccontai che quel luogo mi era tanto caro e che ero stato un alunno dell'Istituto negli anni sessanta. Le chiesi se avesse qualche foto del passato e lei, un giorno, mi fece recapitare delle foto stupende che riguardavano una delle ultime processioni della Madonna del Carmine. Con mia grande sorpresa riscontrai esservi i miei genitori, mio nonno materno e una delle mie sorelle. Mi diede anche un diario manoscritto anonimo in cui era appuntato con minuzia di particolari, seppur in modo sintetico, tutto quel che vissero le suore nei giorni che vanno dal 1956 al 1964 e che in seguito ho raccolto è pubblicato nel volume della foto a margine. Ci sono cose di ordinaria normalità e fatti eclatanti, come quando una notte furono rapinate. Di seguito riportiamo quanto accadde.

6 Marzo 1960

Stamattina, dopo la Messa ci siamo accorte che nella notte i ladri hanno visitato la nostra casa. Suor Lina, entrando per prima nell’asilo ha trovato il cassetto del suo tavolino forzato, tutti gli oggetti che vi erano dentro sparpagliati e vario denaro mancante. C’erano infatti, diversi mensili dei bambini, il mensile che diamo alla ragazza assistente, il denaro dei lavoretti di Pasqua. I ladri si erano impossessati anche della piccola radio che stava nell’asilo stesso e di una borsa di pelle nera. Anche in portineria erano andati, in sacrestia e nelle scuole che avevano trovate aperte e in ogni stanza avevano forzato i cassetti dei tavolini, prendendo i pochi soldi che in essi si potevano trovare. In sacrestia c’era fuori il Calice preparato fin dalla sera prima per la S. Messa, ma non l’hanno toccato. In salotto hanno tolto i chiavistelli ad una sola delle porte dell’archivio, forse perché hanno visto che c’erano solo carte. Abbiamo avvertito subito i Carabinieri i quali hanno cominciato le indagini e nel pomeriggio ci hanno riportato la borsa ridotta in tre pezzi rinvenuti lungo la via della pineta. Pare che i ladri siano venuti dal giardino e per mezzo di una scala siano saliti in casa. Nessuno ha sentito nulla, forse perché, avendo fatta il giorno prima l’adorazione notturna, eravamo tutte assonnate. Solo la Superiora che dormiva nella stanza attigua al Coro, stanza che ha la porta senza imposte, ha visto nel profondo una luce che è apparsa e scomparsa, attraverso una fessura della tela che copre i vetri. Ma, pur, ricevendo una certa impressione, ha pensato che fosse qualche suora che avesse accesa la luce nella stanza da bagno. La giornata è trascorsa in agitazione.

 11 Marzo 1960

Oggi i muratori hanno iniziato i lavori per innalzare il muro di cinta del giardino. La giornata però è stata piovosa e hanno fatto ben poco.


(clicca sopra per ingrandire
la foto di copertina del libro)


(Inizio pagina: una foto degli anni '50. Clicca sopra per ingrandirla)

testi di Carmine Cecere


Mugnano 1928, cambio denominazione strade

Sotto le direttive fasciste degli anni venti, i podestà di quasi tutte le città italiane adottarono, o si presume che così fecero tutte, il cambiamento di denominazione delle strade. E anche Mugnano ottemperò a tali indicazioni. Un appunto da fare è che Mugnano fu il primo Comune nel quale venne eletta la prima Amministrazione fascista della provincia di Napoli. La sede del fascio mugnanese era ovviamente in Piazza Municipio in un locale sottostante la Casa comunale. Con la delibera n° 283 fu determinato il cambio di denominazione delle strade mugnanesi e di alcune non è più mutato: come Via Diaz, la quale corrispondeva a Via Majo.

L’allora Via Orologio, oggi Via Quattro Martiri, divenne Via Aurelio Padovani, dedicata al capo dei fascisti napoletani; Via Torre fu dedicata al mugnanese Salvatore Grasso, amico del Padovani, morto con lui nel crollo del balcone avvenuto a Napoli, dopo che questi si affacciarono per ringraziare la folla acclamante nel corso di un’adunata.

Via S. Aniello, oggi Via Roma, fu chiamata Via XXIV Maggio in onore del giorno in cui l’Italia prese parte alla Grande Guerra.

Via Sequino in Via Trieste e Trento.

Via dei Fiori in Via Vittorio Emanuele III.

Via Ritiro in Via Littorio.

Via Chiesa in Via Vittorio Veneto.

Via S. Lorenzo divenne Via Crispi.

Via Santa Maria in Via Indipendenza.

Piazza Municipio prese il nome di Piazza 28 ottobre, a ricordo della marcia su Roma.

Largo Chianese, oggi Piazza Dante, divenne Piazzetta Littorio. E infine Largo Cioto fu denominata Piazzetta Tripoli. La delibera fu pubblicata la domenica del 25 marzo 1928. 

(Nella foto in alto, clicca sopra per ingrandirla, la Sezione fascista mugnanese. Foto S. Ruggiero)

a cura di Carmine Cecere 

lunedì 15 maggio 2023

Mugnano 1932, in Piazza Municipio il mercato ortofrutticolo

Come evince dalla stessa seduta consiliare n°166, avvenuta nel 1932 (X° anno dell’Era fascista), il mercato ortofrutticolo, da tempo immemore, si teneva nella Piazza principale mugnanese. L’Alto Commissario per la Provincia con circolare n°118382 del 23 aprile 1932, invitava i podestà del territorio pertinente a regolarizzare l’istituzione dei mercati ortofrutticoli che avevano luogo nei comuni del circondario e da essi amministrati. Pertanto il Consesso mugnanese deliberava l’ufficialità del detto mercato con esercizio giornaliero in Piazza Municipio.



(Foto inizio pagina: negozio fruttivendolo de ‘O Masculotto in Via S. Maria anni ’80 di Teresa Liccardo, tratta da “Mugnano Antica”. Sotto: stralcio della riunione di Giunta. Clicca sulle foto per ingrandirle).

a cura di Carmine Cecere

Mugnano 1915, un circolo ricreativo al posto dell’ufficio postale

Nella ratifica della deliberazione di Giunta n°66 del 10 agosto 1915, apprendiamo una rilevante discussione in merito alla cessione di affitto del locale posto in Via Tommaso Luise, già Via Orologio (oggi Via 4 Martiri) in cui vi era l’ufficio postale diretto dal sig. Masdea Giuseppe e lasciato acquisire dal sig. Felice Liccardi per uso di circolo ricreativo. Il Consigliere Giannetti nel suo intervento esprime tutto il suo rammarico, giacché “…è stato un danno per tutti i cittadini del paese togliere l’ufficio postale dal centro del paese, e mettere un circolo. Non mi pare corretto che l’amministrazione debba(?) impossessarsi di beni comunali, trascurando il bene pubblico”. Lo stesso chiese all’assemblea a chi furono, poi, addebitate le spese dei lavori; in quanto fu aperto un vano che dal circolo immetteva nel cortile del palazzo comunale. E che al posto di detto esercizio, il locale poteva tornare utile per un’aula scolastica (il Circolo Didattico Seguino non era ancora stato costruito e in paese vi erano aule disseminate un po’ ovunque n.d.r.). la discussione prese una direzione ambigua, e si fece alquanto aspra quando prese la parola l’Assessore Cipolletta che ribatté tutte le insinuazioni cui sembrarono giungere dalle accuse velate del Giannetti, concludendo col sottolineare “…nessuno ha intascato qualcosa”. Il Presidente notar Giuseppe Vallefuoco rassicurò le parti venutesi a scontrare confermando che non vi era stato alcun illecito, e dopo il voto dichiarò ratificata la deliberazione; e mentre ciò accadde si allontanarono dall’aula i consiglieri Vallefuoco avv. Francesco, il sac. cav. Vallefuoco Giuseppe e Grasso Vincenzo per incompatibilità.     

(Una foto dell'aula consiliare nel 2006)

testi di Carmine Cecere 

San Biagio 1908, richiesta impianto acqua del Serino

Nel 1908, la parrocchia di san Biagio era ancora sprovvista d’impianto idrico; e pertanto il parroco di allora, don Nicola Cipolletta, zio del successivo e suo omonimo, fece domanda al Comune affinché l'edificio religioso potesse collegarsi all’impianto comunale esistente. Nella seduta con n°149 del 4 agosto 1908, la Giunta, sotto la presidenza dell’Assessore delegato Vallefuoco notar Giuseppe, e con l’intervento degli assessori Cirino e De Magistris, formanti il numero previsto dalla legge e assistiti dal Segretario comunale, concedevano quanto richiesto e per una sola istallazione prevista nella sagrestia della chiesa: per un consumo giornaliero di cento litri e con contratto di cinque anni. 


testi di Carmine Cecere

sabato 13 maggio 2023

Mugnano 1909, a pagamento il balcone illuminato del Municipio

L’antica Casa comunale, sulla facciata principale, presentava un balcone bello ampio e sottostante il corrimano vi era una lunga striscia lignea su cui erano installate cinquanta lampadine. Il contratto per la fornitura elettrica, per la sola Casa comunale (le strade del paese, allora, erano ancora illuminate con lampade a petrolio n.d.a.), fu sottoscritto nel 1901, presso Villa Vulpes, dal Sindaco Capece Minutolo con il concessionario della società distributrice signor Ludovico Chianese, marito di donna Bianca Pia Vulpes. Nel 1909, con seduta consiliare n°17, fu deliberato il pagamento di tale accensione ad uso privato della detta luminaria. Difatti, accadeva che richieste del genere venivano esplicitate in occasioni di feste religiose, e pertanto la Giunta decise che il servizio divenisse a pagamento; e “che ciascun comitato o privato, per godere l’illuminazione della facciata del palazzo comunale per tre ore di accensione dovrà pagare lire 10 al Municipio e lire 2 al Messo comunale vigilatore delle cinquanta lampadine elettriche, e che per l’accensione durante cinque ore la tariffa sia portata rispettivamente a 15 lire a favore del Comune e 3 lire a favore del Messo. Nessuna spesa dovrà essere supportata o pagata durante le feste nazionali e del S. Patrono – da festeggiarsi quest’ultima il 3 febbraio". La delibera è sottoscritta dal Sindaco Capece Minutolo e l’Assessore anziano Francesco Cirino.

(Foto di giugno 1960, facciata dell'antico Palazzo comunale. Foto di Ninetta Maione) 

testi di Carmine Cecere 

Mugnano, la neve in paese

Con la seduta consiliare n°69 del 1904, l’allora Sindaco Capece Minutolo, su richiesta dell’Ufficiale Sanitario, porta all’attenzione del Consesso cittadino la necessità di realizzare uno spaccio di neve e di ghiaccio nel detto Comune come previsto “dall’arte salutare nei casi di emorragie (cerebrali, polmonari, ecc.) e d’infiammazioni (meningite, congestione cerebrale, ecc.). Ritenuto che, verificandosi uno dei succennati casi la tardiva applicazione della neve arrecherebbe del danno alla salute degli infermi, esso Presidente propone che si mantenga in questo Comune uno spaccio di neve, corrispondendo al fornitore un premio di Lire 25 (€ 108, 09), per l’anno corrente (1904)". La proposta viene accolta, dai presenti l’assemblea, all’unanimità. I fondi saranno prelevati dalle spese impreviste secondo l’art. 44 del bilancio di quel tempo, così come si evince dal documento in foto.


testi di Carmine Cecere

venerdì 12 maggio 2023

Mugnano 1902, il tram staziona ‘nmiezo ‘o llario

A rendere meno difficoltosi gli spostamenti dei cittadini mugnanesi durante il 1800 fu l’ippovia, ovvero i tram trainati dai cavalli. Nel 1888 la Società dei Tramwajs Napoletani ottenne la concessione per la costruzione di una tramvia a vapore nella provincia a Nord di Napoli, e il relativo deposito - officina fu costruito a Mugnano in Via Napoli. Purtroppo la società ebbe diverse difficoltà, e non mancarono problemi giudiziari, riuscendo a mettere in opera soltanto il tratto Napoli - Giugliano, lasciando così la popolazione mugnanese a viaggiare ancora per molto tempo con l’ippovia. Con l’avvento dell’energia elettrica sull’intero territorio nazionale, agli inizi del 1900, il rudimentale mezzo di trasporto con i cavalli fu sostituito, per l’appunto, con i tram elettrici. Le vetture provenienti dal capoluogo percorrevano l’intera Via Napoli, allora era un lungo viale di alberi di noci, e stazionavano in prossimità della tabaccheria dei Migliaccio. Praticamente a un centinaio di metri dall’attuale Piazza Dante. Ma nonostante la breve distanza, il Consigliere Cipolletta Costantino inoltrò istanza al Consesso mugnanese, proponendo alla società dei tram il trasferimento del capolinea (‘Nmiezo ‘o llario) in Largo Chianese, oggi Piazza Dante. Ciò avvenne nella seduta n° 14 di sabato 19 aprile 1902, come si evince dal suo intervento in aula. “…dappoichè è facile comprendere, senza bisogno di dimostrazione, quale utile e quanta comodità deriverebbe al paese, laddove il tram speciale che fa servizio per questo Comune anziché fermarsi all’ingresso del paese, giungesse al Largo che testé viene denominato Largo Chianese: la differenza sarebbe di pochi metri è vero, ma la fermata sarebbe nell’interno dell’abitato e sia il Comune che i viaggiatori ne avrebbero non piccolo vantaggio…. il Comune non dovrebbe altro rifondervi se non la concessione del suolo gratis, cosa questa di minima entità”. La proposta fu accettata dal Consiglio comunale all’unanimità; la richiesta quindi fu inoltrata, i lavori di messa in opera dei binari e della linea aerea elettrica furono eseguiti da parte della società e il tram ebbe il suono nuovo capolinea dinanzi Palazzo Capecelatro, in Piazza Dante. Come è evidente nella foto in alto dell'avv. Rispo. Tra l'altro sullo sfondo si nota il Palazzo dei Dentice d'Accadia - De Magistris.   

Testo di Carmine Cecere 

giovedì 11 maggio 2023

Il Ritiro del Carmine rinascerà

Scambiando quattro chiacchiere con il primo cittadino di Mugnano, Luigi Sarnataro, il quale è sempre gentile e disponibile nel colloquiare; a una mia domanda sul Ritiro del Carmine, luogo che porto nel cuore, mi ha confidato, con entusiasmo, che per il Ritiro ci sono grandi novità. In quanto i fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza andranno a soddisfare il programma dei vari progetti che questa Amministrazione ha presentato, tra cui quello della rinascita dell'ex convento delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, la cui somma attribuita al solo progetto Ritiro ammonta a 5 Mln di euro. In sintesi serviranno alla realizzazione di una struttura polifunzionale, ma per i dettagli approfondiremo quanto prima. Il passo necessario è stato compiuto, e questa è già una grande notizia.


testi Carmine Cecere 

Mugnano 1917, il Comune si dota del primo apparecchio telefonico

Mancava un anno alla fine della Grande Guerra, il governo mugnanese, sotto la guida del Sindaco Cav. Uff. Notar Giuseppe Vallefuoco, si doterà di un apparecchio telefonico: il primo che sarà installato nella Casa comunale. Alla seduta consiliare del 24 giugno 1917, nella quale si autorizzerà a dotarsi del rivoluzionario strumento di comunicazione, erano presenti, oltre al Sindaco, i seguenti Consiglieri: l’avvocato Carlo Chianese, Giovanni De Magistris, Agostino Napolano, Vincenzo Grasso, Francesco Cirino, Santolo Cav. Giannetti, Biagio Cirino, Luigi Imperatore, Giovanni De Magistris, Giuseppe Sac. Cav. Vallefuoco. Assenti: Salvatore Chianese, Costantino Cipolletta, Francesco Cirino fu Nunziante (Militare); Nicola Cirino (Militare); Umberto De Magistris (Militare); Nicola Filogamo (Militare); Domenico Liccardo (Militare); Fabrizio Memola Capece Minutolo (Militare); Francesco Saverio Vallefuoco (Militare). La seduta n°72 si aprì alle 19,30 e si chiuse con la delibera di abbonamento ai telefoni di Stato, per la realizzazione dell’impianto presso la Casa comunale. Nella foto in alto uno dei primi telefoni di quell'epoca, sullo sfondo l'antico palazzo comunale.


testi di Carmine Cecere 

mercoledì 10 maggio 2023

Mugnano 1909, il Sacro Cuore ospita sopravvissuti di Messina

Alle prime luci dell'alba del 28 dicembre 1908, la città di Messina fu rasa al suolo da uno dei più terribili terremoti mai registrati prima. Il sisma di magnitudo 7.25 danneggiò in modo rilevante anche Reggio Calabria. Ai soccorsi presero parte marinai di navi russe e inglesi che erano ormeggiate a sud della Sicilia. Il computo totale delle vittime fu davvero un'ecatombe: 120.000 morti. L'attività sismica si protrasse fin tutto il 1909. Anno in cui il convento del Sacro Cuore di Mugnano, diretto, allora, dalla Santa Madre Maria Pia, accolse un gruppo di bambine rimaste, probabilmente, orfane nell'immane tragedia
. L'Amministrazione comunale si fece carico delle spese cui l'orfanotrofio avrebbe dovuto sostenere, e con delibera n°72 dispose quanto segue. “…Pagarsi a favore di Suor Maria Pia Brandi (Brando) Superiora del Ritiro del Cuore di Gesù, la somma di lire duecento (€ 417,19) a titolo di sussidio, perché provvede al ricovero e al mantenimento di diciassette profughe del terremoto di Messina dal dì 28 marzo scorso, prelevando la somma deliberata dal sottosegnato articolo, che resta impinguato di egual somma…”. Purtroppo, finora, non sono emersi ulteriori documenti a riguardo di questa bellissima storia d'accoglienza e solidarietà.

testi di Carmine Cecere 

martedì 9 maggio 2023

Mugnano 1925, gli stipendi comunali di un secolo fa

Nella seduta consiliare n°40, su richiesta degli stessi impiegati, viene discussa e approvata l’istanza degli aumenti stipendiali a favore del personale comunale che denunciava, come ai giorni nostri molte categorie affermano, di non riuscire ad arrivare alla fine del mese e che a giusta causa si chiedeva la costituzione di un nuovo stipendio base nel quale liquidare gli aumenti periodici e di quiescenza. L’assemblea, pertanto, deliberò la modifica dei salari, in misura lorda, a partire da gennaio 1926.

Segretario titolare …… 10.400 (Lire annue) (corrispondenti a €7.952,06)

Applicato di concetto……. 5.500 (€4.205,32)

Scritturale dattilografo........3600 (€2.752,64)

Messo comunale………… ..3900 (€2.982,02)

Capo Guardia.......................4300 (€3.287,87)

Guardie…………. ................3600 (€2.752,64)

Vigile sanitario…………......4300 (€3.287,87)

Custode – Bidello……..….. 3000 (€3.293,86)

Usciere Conciliazione…….. 660 (€504,65)

Custode cimitero…………...1560 (€1.192,81)

Giardiniere municipale…....1560 (€1.192,81)

Becchino…………………….1200 (€917,55)

Bidella scuole elementari.....1500 (€1.146,93)

Il Consiglio, in detta seduta, mise in evidenza che da tale tabella erano esclusi gli spazzini, giacché vi era in programma altro provvedimento di cui però non viene riportato nella presente seduta. Quindi la spesa annua complessiva divenne di Lire 57080,00 (€43.644,57) a fronte della precedente che ammontava a Lire 43776,00 (€33.472,02). Ciò avveniva giovedì 17 dicembre 1925, in seconda convocazione; il cui presidente del Consiglio era il Sindaco Cav. Avv. Francesco Saverio Vallefuoco.


testi a cura di Carmine Cecere 

venerdì 5 maggio 2023

Mugnano azzurra festeggia il terzo scudetto del Napoli di Osimhen & Company

È da diversi mesi che la città è in pieno fermento nell'addobbare le strade con i colori azzurri dell'amato Napoli, in attesa della conquista del terzo scudetto dopo i due vinti con il divino Maradona. Senza nulla togliere ai Giordano, Carnevale, Careca, Romano, Ferrara, De Napoli e l'indomito "Palo 'e Fierro", Bruscolotti; e con altri che fecero si che un sogno divenne realtà. In questi giorni abbiamo colto immagini in cui nostri concittadini si sono industriati nel realizzare, per amore del Napoli, scenografie e sfumature d'azzurro che ogni appassionato di calcio di questo territorio porta nel cuore. Pubblichiamo le foto di alcune strade del nostro paese "azzurrate" da striscioni, bandiere e gigantografie degli eroi che hanno fatto la tanto attesa impresa. Un grazie a Osimhen & Company per il grande campionato svolto e che a poche giornate dalla fine lo scudetto è già cucito sui cuori di questa grande squadra; la quale, gara dopo gara, ha trascinato milioni di tifosi verso un sogno durato trentatré anni. Il calcio quest'anno è tutto azzurro, il calcio è festa, è condivisione di un sogno!

Via Napoli 

Via 4 Martiri 

Via Mugnano - Melito 

Via 4 Martiri 

Via Napoli 

Via Chiesa

FORZA NAPOLI
Sempre!!


testo di Carmine Cecere