Storia del trasporto pubblico


Per i Comuni, posti a nord di Napoli, raggiungere il capoluogo è sempre stato un grosso problema fin dall’antichità. Infatti un tempo, i nostri antenati dei Casali di Mugnano, Giugliano, Calvizzano, Marano e Villaricca, per raggiungere la metropoli, che dista circa otto chilometri, ci impiegavano quasi un giorno. Considerato che il percorso era alquanto impervio. Per l’appunto, i villici di Mugnano, per raggiungere Napoli percorrevano l’antica via di Chiaiano tra selve e boschi: a piedi, col biroccio, in groppa ad un asino o ad un cavallo, con tutti i pericoli di cui narrano le antiche cronache. La stessa cosa valeva per i maranesi, i quali, per raggiungere la capitale e vendere le loro mercanzie, dovevano inerpicarsi per i sentieri di Vallesana, salendo per Polvica (piccolo borgo ormai soppresso) e Chiaiano o su per i Camaldoli. Certo doveva essere uno spettacolo stupendo, quattro case e intorno un mare immenso di verde. L’amministrazione borbonica volle però alleviare le sofferenze e soddisfare le richieste delle tante lamentele e di far sì che le truppe del reale esercito potessero spostarsi sul territorio senza alcun problema. Difatti, il 2 giugno del 1840 il consiglio provinciale approvò la costruzione dell’asse viario, denominato poi Via Santa Maria a Cubito, che avrebbe collegato Giugliano a Capodimonte, attraversando così anche Marano. Nel 1888 la Società dei Tramwajs Napoletani ottenne la concessione per la costruzione di una tranvia a vapore nella provincia a Nord di Napoli, e il relativo deposito - officina fu costruito a Mugnano in Via Napoli. Purtroppo la società ebbe diverse difficoltà, tra cui problemi giudiziari, riuscendo a mettere in opera soltanto il tratto Napoli - Giugliano, ma lasciando comunque la popolazione mugnanese a viaggiare ancora per molto tempo con i trams a cavallo. Con l'avvento dell'energia elettrica sull' intero territorio nazionale, agli inizi del 1900, il rudimentale mezzo di trasporto con i cavalli fu sostituito per l' appunto con i tram elettrici. Le vetture provenienti dal capoluogo, con destinazione Mugnano, percorrevano l'intera Via Napoli, allora era un lungo viale alberato, e stazionavano fuori dall’abitato. La società tranviaria però, nel 1902, chiese di poter spostare la fermata al largo Chianese (oggi Piazza Dante, da tanti conosciuto come ‘nmiezo ‘o 'llario. Foto sopra), come risulta da atto deliberativo n.14 del Consiglio comunale, nella seduta del diciannove aprile del detto anno, di cui riportiamo uno stralcio dell’intervento di uno dei consiglieri: «…Il Consigliere Cipolletta dice che egli si fece iniziatore di questa proposta dappoiché e facile comprendere, senza bisogno di dimostrazione, quale utile e quanta comodità deriverebbe al paese, laddove il tram speciale che fa servizio per questo Comune anziché fermarsi all’ingresso del paese, giungesse al Largo che testè viene denominato Largo Chianese: la differenza sarebbe di pochi metri è vero, ma la fermata sarebbe nell’interno dell’abitato e sia il Comune che i viaggiatori ne avrebbero non piccolo vantaggio…»; la proposta fu accettata all’unanimità. Il tratto da Marano a Giugliano, doveva essere una cosa eccezionale sotto l’aspetto paesaggistico, come si evince da vecchie fotografie. I lati della strada erano ricolmi di vegetazione e di alberi di varie specie. La fermata di Marano si trovava all’ingresso di Via Merolla. A Calvizzano era posta in prossimità dell’ingresso del paese; poi in prossimità del lagno ce n'era un'altra, oggi è Corso Italia e cade nel territorio di Mugnano. Quella di Villaricca invece dove oggi vi è la clinica. Mentre a Giugliano stazionava in Piazza dell’Annunziata. I trams smisero la loro attività sul finire degli anni cinquanta. Nel 1900, invece, con Regio Decreto n.191 del 1 aprile, si concesse alla “Societé Anonyme des Tramway et des Chemins de Fer du Centre di Lione la costruzione, nonché la gestione della ferrovia Napoli-Piedimonte d'Alife. Tale concessione passò poi nel 1905 alla Compagnie des Chemins de Fer du Midi et d’Italie (CFMI) con sede a Parigi”; ciò è riportato anche dall’eccellentissimo lavoro del sito internet www.lestradeferrate.it, per cui vi consiglio di visitarlo al più presto. L’inaugurazione della Alifana ebbe luogo il 13 marzo del 1910, fu costruita su un percorso di circa 43 km avente 19 stazioni con partenza da Napoli Piazza Carlo III. La linea passava per lo scalo merci in via Don Bosco, toccando poi le stazioni di Secondigliano, Piscinola, Marano, Mugnano (Bivio) e Mugnano-Calvizzano, Giugliano e altri tredici paesi della provincia di Caserta. Le motrici erano a trazione elettrica a 11.000 V monofase e 25 Hz. uniche in Italia. Nel 1976, con l’eccessiva urbanizzazione dei luoghi attraversati dall’Alifana, si rese necessario sospendere il servizio, coprendo l’intero percorso con mezzi su gomma. Così per decenni questo territorio è stato servito con precarietà, contribuendo all’atavico isolamento in cui queste terre si son sempre ritrovate. Diverse sono state le generazioni che per spostarsi verso il capoluogo usavano le mitiche, superaffollate, 160 rossa e nera dell’ATAN. Con la costruzione del Metrò Campania e con l'apertura della stazione mugnanese inaugurata nel 2005, fortunatamente per le generazioni avvenire le cose sembrano prendere una direzione migliore. E' d'uopo ricordare il circolo degli autoferrotranvieri mugnanesi di Via Napoli cui erano associati anche alcuni miei parenti; fondato nel 1968 fu chiuso nel 2008, dopo 40 anni.

La sede dell'associazione ferrotranvieri
Di Via Napoli in Mugnano. Foto 2005.

Gli associati in partenza per
una gita fuori paese

Stazione Alifana Mugnano - Calvizzano
Foto anni '30

Stazione della Alifana
di Mugnano e Calvizzano in una
Foto degli anni '70


Settimanale "Provincia Oggi" 2008

testo di Carmine Cecere

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