Servizi pubblici del novecento


Agli inizi del novecento i sette comuni distesi ai piedi della collina dei Camaldoli erano ancora circondati da fertili campi e numerosi boschi. Le vie di comunicazione non erano altro che sterrate vie di campagna senza alcun servizio utile ne tantomeno illuminate, al punto che recarsi da un casale all’altro era cosa alquanto ardua. Infatti diversi furono gli episodi di taglieggiamento da parte di masnadieri notturni. Il Gargiulo, nel suo “Mugnano di Napoli”, narra che un viandante fu oggetto di una rapina e che per la paura non riusciva a togliersi l’anello, allora il compare del brigante, nascosto in una siepe, suggerì di tagliargli il dito e di incanto l’anello si sfilò. Ma la vittima riconobbe la voce e il mattino seguente si presentò a casa di questi con i carabinieri i quali lo arrestarono. Solo i centri abitati venivano illuminati, per così dire, dalle rudimentali lampade a petrolio poste all’inizio della strada o dei piccoli vicoli ciechi. Il servizio dell’illuminazione pubblica era gestito quasi sempre in economia dai comuni e rare volte era dato in appalto in quanto un tale esperimento dei pubblici incanti era da ritenersi dannoso per la stessa economia del Comune. Il Comune di Mugnano, per l’acquisto di petrolio, si riforniva dai pochi commercianti della stessa cittadina. Uno di questi era un tal Amoroso Silvestro, il quale, spesso, riceveva con notevole ritardo i dovuti compensi. Con delibera di Giunta n°54 del 1904, firmata dal Sindaco Fabrizio Capece Minutolo, dall’Assessore Anziano Felice de Magistris e dal Segretario comunale Giuseppe Petroli ed approvata all’unanimità dall’intero Consiglio, si nominò il personale della pubblica illuminazione: come accenditore dei fanali venne scelto Del Monaco Francesco, al quale fu concesso un mensile di Lire 25,00; suo assistente, con un corrispettivo di 15,00 lire mensili, fu nominato un certo Francesco Schiattarella. Spesso i fanali per la pubblica illuminazione erano sottoposti ad adeguata manutenzione e a dovute riparazioni. In molti casi furono oggetti di atti vandalici, come si evince dalla delibera di Giunta del 1903 n° 105 con la quale si invitava a saldare lire 40 a favore dello stagnino Pirozzi Gabriele, avendo, questi, riparato i fanali della pubblica illuminazione rovinati dall’azione di alcuni vandali. Il 1904 fu l’anno in cui i fanali a gas acetilenico sostituirono i vecchi a petrolio. Con l’ammontare di lire 197.05, vennero acquistati, presso la ditta Francesco Condorelli di Catania, diversi fanali che andarono a costituire il nuovo impianto di illuminazione. Il 1900 è il secolo delle grandi invenzioni e scoperte e a rivoluzionare l’esistenza dell’uomo fu senz’altro l’energia elettrica ed il suo uso. Anche Mugnano si apprestò a stare al passo coi tempi, come si evince dalla delibera di Giunta n°261 del 1908, nella quale è riportato che il Sindaco Capece Minutolo ed il Segretario comunale si recarono presso Villa Vulpes per la stipula del contratto di abbonamento con il concessionario dell’illuminazione elettrica signor Ludovico Chianese. Ad essere illuminata per prima fu la facciata del vecchio palazzo del comune, con una serie di lampadine poste lungo la balconata. Il servizio di spazzamento non era poca cosa, in quanto le strade lastricate, agli inizi del 1900, ne risultano poche e malconce, mentre il resto dei vicoli e vicoletti si presentava in terra battuta e con un sistema fognario, nella maggior parte del paese, a cielo aperto. Nel 1901 il numero formante gli addetti allo spazzamento pubblico era di sei unità, tra i componenti risultano esservi stati: Migliaccio Antonio, Schiattarella Giuseppe e Liccardo Domenico. A fornire le attrezzature per il pubblico spazzamento, nel 1900, era un certo Tafuri Francesco. Nel 1901, a causa dell’epidemia del vaiolo, l’Amministrazione comunale ritenne opportuno intensificare il servizio di spazzamento, onde scongiurare il diffondersi della malattia, con un incremento di circa tre unità in via provvisoria; venne sostituito anche l'asino che trainava il carretto dei rifiuti, perchè ormai vecchio e decrepito. I malati di vaiolo (Delibera per risarcimento danni in seguito a ricovero di vaiolato presso il pagliaio Gargiulo 1-2-3) venivano allontanati, onde scongiurare che l'epidemia si diffondesse. In quegli anni il deposito dei rifiuti era situato sull’attuale strada Mugnano-Calvizzano, denominata, allora, “Via Cupa del Camposanto per Calvizzano”, oggi Via dei Fiori; ma in seguito ai reclami avanzati dal comune calvizzanese, il sito fu spostato in aperta campagna, nel podere di un tal Nemola Salvatore, il quale chiese un compenso annuo di 14 lire. Per la riparazione delle attrezzature e del carretto per la raccolta dei rifiuti, spesso, si ricorreva all’opera artigianale dei falegnami locali, come di un certo Vallefuoco Gabriele. Con delibera n°106, datata 1901, si adotta la sostituzione di uno spazzino. Ecco come recita il documento: “…al posto dello spazzino Liccardo Giovanni che si è reso inabile perché vecchio e decrepito e ammalato, il cui salario di L.17.60 si può ridurre a L.7.60 tanto per non privarlo del pane giornaliero dopo tanti anni di servizio, passando le rimanenti lire dieci al Migliaccio Antonio col diritto a questi di concorrere nella ripartizione dei lucri della vendita delle immondizie…”. Gli spazzini in servizio nel 1917, come risulta da delibera di Giunta, furono: Liccardo Francesco, Vallefuoco Gennaro, Feniello Vincenzo, Feniello Salvatore e Ceparano Salvatore, tutti con uno stipendio mensile di circa 30 lire.Negli anni quaranta, a Mugnano, nel servizio del pubblico spazzamento vi era una donna spazzino di nome Rosa Puzone, che sicuramente i più anziani del paese ricordano ancora. Ed è nel 1917 che la modernità entra tra le mura della Casa comunale, poiché sotto l'Amministrazione del sindaco Notaio Giuseppe Vallefuoco fu installato il primo apparecchio telefonico(Delibera n°72 del 24 giugno 1917).

testo di Carmine Cecere

Nessun commento:

Posta un commento