Ritrovamenti archeologici


I ritrovamenti archeologici avvenuti nel nostro territorio, lungo il corso dei secoli, sono molteplici. Il passaggio dell’uomo, e delle tante culture, è evidente attraverso i resti di numerose tombe, ruderi di templi e costruzioni diverse. Il complesso archeologico più rinomato è senz’altro quello dell’antica Liternum, fondata dagli Osci nel IV-V secolo a.C. in prossimità del lago Patria; la città ebbe un notevole sviluppo durante il periodo della Roma imperiale. La leggenda vuole che Scipione l’Africano si ritirò presso Liternum, con trecento suoi legionari che presero parte alla seconda guerra Punica, per “dedicarsi alla bonifica e alla coltivazione della terra”. Gli scavi ebbero luogo nel 1933, sotto la cura dell’illustre Sovrintendente alle antichità della Campania e del Molise Amedeo Maiuri e dell’Ispettore onorario Giacomo Chianese di Villaricca. Di notevole importanza è certamente anche il mausoleo maranese del Ciaurro di epoca romana, la cui scoperta interessò finanche Benedetto Croce che lo volle visitare. La struttura non è altro che un sepolcreto a forma parallelepipeda, formata da due piani con la caratteristica costruzione in opus reticulatum e latericium, risalente, pressappoco, al II secolo d.C. La storia di questo monumento è stata alquanto travagliata, poiché detta struttura fu riportata alla luce diverse volte e altrettante volte fu sepolta; segnalata dal Chianese al Miuri, nel 1924, i primi lavori di rinvenimento iniziarono il 10 settembre del 1932. Gli scavi però non diedero ulteriori sorprese ma confermarono che il sito era già stato depredato delle sue numerose lapidi. Uguale struttura, ma di dimensioni alquanto inferiori, la si trova nel Comune di Mugnano, presso la masseria Torricelli, il cui abitato si trova sull’antica strada che portava verso Chiaiano e quindi verso Napoli. Sempre a Mugnano, negli anni settanta, durante la messa in opera del gasdotto nell’ex Via Cannito Piccolo, venne alla luce una tomba degli Osci, databile intorno al V secolo a.C. In Contrada Paparelli, durante gli scavi del 1995 per la costruzione del plesso scolastico “Filippo Illuminato”, grazie all’intuizione del professore Davide Fabris, venne alla luce una vasta necropoli. Nei dintorni della masseria “‘O Monaco” in Melito, nel 1959, fu scoperta una tomba del IV secolo a.C, rinvenuta alla profondità di circa tre metri con un’unica camera tombale e con due sarcofaghi posti a destra e a sinistra. La volta composta a tutto sesto ed affrescata aveva al centro una figura maschile in rosso pompeiano. Di ciò ce ne parla anche Jossa Fasano nel suo “Melito nella storia di Napoli” del 1978. A Qualiano invece, nel 1954, furono rinvenute diverse tombe risalenti al III o II secolo a.C., contenenti anfore e oggetti funebri. In località Pioppitelli, nel 1971, vennero alla luce i resti delle fondamenta di una villa del IV secolo a.C., con annesse cisterne e due vasche per la conservazione degli alimenti, nonché il rinvenimento di una moneta bronzea con l’effige dell’imperatore Traiano. Il complesso fu di nuovo interrato a cura degli organi competenti. Nel 1955, a Villaricca, durante i lavori dell’acquedotto, furono trovate, in via Cataste, San Mattia e in Corso Vittorio Emanuele, tombe e urne cinerarie. Le fondamenta dell’antica chiesa madre di Calvizzano, ovvero San Giacomo Apostolo Maggiore, erano nientemeno ciò che restava dell’antica villa romana appartenuta a Caio Nummio; centurione della Roma imperiale, appartenente alla terza coorte petronia e decima urbana, milizia istituita per la difesa dell’imperatore. Combatté nella guerra contro i Parti nel 114 e in Cirenaica contro i Giudei, il cui conflitto ebbe la durata di tre anni (131-133). Nella località San Pietro, l’antica casa colonica “Chiavettieri”, sempre in Calvizzano, duemila anni fa non era altro che una villa di un ricco romano. Ciò fu confermato dal sopralluogo tenuto nel 1934 dal Sovrintendente Maiuri. Non era raro allora che una casa signorile fosse costruita in aperta campagna, lontana dalla città, ed è ovvio che i patrizi romani avessero più di un’abitazione o ville distanti dalla Capitale ove trascorrere le proprie vacanze. I romani, percorrendo l’antica via “Consularis Campana”, che partendo da Pozzuoli arrivava a Capua, attraversavano il nostro territorio e attratti dalla fertilità delle terre, dal clima salutare e dalla rigogliosa vegetazione, ineluttabilmente sceglievano di stabilirvisi. I resti di un'antica villa romana di epoca imperiale, rinvenuta durante gli scavi del 2008 in località detta Pizzo Senza Fegato in Mugnano di Napoli, saranno inglobati nella realizzazione del parco sensoriale e mercatale. Un'opera pubblica che si estenderà su una superficie di circa 18000 mq. nella quale sono previste opere sportive e non solo, ma spazi verdi e appunto il luogo in cui il mercoledì i mugnanesi andranno a fare compere come solitamente usano fare. Le cronache narrano che ai primi del novecento il mercatino si svolgeva la domenica nella piazza principale del paese. I prodotti offerti riguardavano il mondo contadino, e perlopiù la vendita di animali. Per anni poi si è svolto in Via San Giovanni e nella piazzetta antistante la storica chiesetta. Attualmente si svolge in Via Di Vittorio.

I resti della villa romana
Ritrovati in località Pizzo Senza Fegato
In Mugnano di Napoli 

Settimanale "Provincia Oggi" 2007


testo di Carmine Cecere

1 commento:

  1. Quanti ritrovamenti in un territorio antichissimo e ricco di storia e testimonianze del passato, peccato che non si abbia fatto tesoro di questo patrimonio archeologico e messo a conoscenza stabile e continua in un museo, anche piccolo, ma sempre accessibile a studiosi e soprattutto alle giovani generazioni, di oggi e di domani. Ma si è ancora in tempo per farlo. Grazie caro Carmine Cecere per i tuoi articoli.

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