Il Sacro Cuore

Quando il Reverendo Francesco Gargiulo, negli anni settanta, su richiesta delle Suore dell’Istituto Sacro Cuore di Mugnano, si cimentò nella costruzione biografica della Madre fondatrice, a cinquantacinque anni dalla scomparsa, trovò la cosa alquanto ardua in virtù dello scarso materiale messogli a disposizione, poiché diversi documenti andarono persi. Al biografo, quindi, restavano solo alcune pagine del confuso diario scritto dalla stessa Maria Pia; ma nonostante le problematiche di fondo, l’ardito autore, con "Il Cammino di una Madre", soddisfa le attese dei tanti fedeli. Maria Pia Brando, all'anagrafe Maria, Concetta, Raffaela, Anna (vedi foto a piè di pagina), nacque a Napoli nel rione S. Giuseppe, il 3 giugno del 1851, sul finire del regno borbonico, da Giovan Giuseppe e da Maria Concetta Marrazzo. Il papà lavorava come cassiere al Banco di Napoli ed il palazzo in cui abitavano era di loro proprietà. La mamma, Concetta, di salute cagionevole, viene ricordata come donna di sani principi morali le cui virtù erano decantate dalle sue stesse amiche, con le quali si riuniva per raccogliersi in preghiera e nel cimentarsi in letture spirituali. Donna Concetta morì che aveva 32 anni, dopo aver partorito la secondogenita Adelaide, la quale divenne poi Suor Maria Cristina, fondatrice della Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato sita in Casoria, beatificata da Giovanni Paolo II il 27 aprile del 2003. Nel maggio del 1870, per Maria Pia si aprirono le porte del Monastero delle Fiorentine all’Arco Mirelli, luogo in cui la Brando emise i solenni voti. Anch’ella cagionevole di salute era costretta, di tanto in tanto, a ritornare a casa per le opportune cure. Col passare degli anni cresceva in lei l’indiscutibile necessità di imboccare la strada per un nuovo cammino senza distaccarsi, però, dalla vita religiosa. Il Vicario Generale, Monsignor Giuseppe Carbonelli, nel 1881, la volle a Mugnano dove conobbe don Vincenzo Orlando, il quale aveva già fondato il primo nucleo del Ritiro dei Sacratissimi Cuori, in seguito all’acquisto di alcuni locali, incluso un giardino, di proprietà del principe di Canosa Fabrizio Capece Minutolo. Per il costruendo Ritiro ci furono diverse controversie, e molte perplessità furono avanzate da parte delle suore dell’antico Ritiro del Carmine; poiché, queste, ritenevano che in una Mugnano, quella del 1867, che contava appena quattromila abitanti e di limitate risorse, non era possibile una tale coesistenza. Ma l’Orlando, l’8 maggio del 1873, ottenne il permesso dal Card. Riario Sforza e quindi i lavori iniziarono. Alla dipartita di quest’ultimo, la Brando investì tutta la sua eredità nell’ampliamento del complesso religioso e i sacrifici, per raggiungere il prefissato obbiettivo, furono tanti. Si narra che durante i lavori per la costruzione del santuario un muratore cadde dall’impalcatura stramazzando al suolo e che la Madre fece di tutto per alleviare le sofferenze dei familiari. A conclusione dell’opera, Maria Pia fece realizzare la bellissima statua dal viso uguale a come lei diceva di averlo sognato. La sua umile esistenza era fatta solo di lavoro. Alcune testimonianze, delle suore che la circondavano, riferirono che la religiosa non ebbe mai un letto, in quanto preferiva trascorrere la notte su di uno sgabello accanto ad un grande crocifisso, nonostante il suo fisico fosse alquanto debilitato. Per ovviare ai problemi di sussistenza delle orfanelle e dell’intero convento, la madre si recava per le strade di Mugnano e nei paesi circostanti a raccogliere le offerte dei benefattori. Gli fu regalato un cavallo con relativo calesse con cui poté, in qualche modo, alleviare la stanchezza ogni qual volta usciva per la questua. Ma l’impegno e la fede, in qualche modo, la ripagarono. Col passar degli anni la gente le si affezionò e comprese che la santa monaca aveva in sé il messaggio divino e cioè quello di donarsi agli altri, di farsi “pane” per i più deboli. La festa, ormai conosciuta in tutta Italia, ha da poco superato il secolo di vita, e il sentimento dei fedeli è sempre forte e vivo: segno che il seme gettato da Maria Pia fu cosa gradita dal suo amato Gesù. La terza domenica di ottobre, e per tutta la settimana che segue, il paese è invaso da folle festanti e molte persone giungono da ogni parte d’Italia per i rinomati fuochi d’artificio, vanto di tutti i mugnanesi. Il tutto è organizzato da un comitato festeggiamenti con la supervisione della superiora e con il patrocinio del Comune. Un tempo, a onorare il Sacro Cuore con la loro arte canora, venivano invitati il fior fiore della canzone napoletana e quella leggera italiana, nonché comici del calibro di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. I giorni di Maria Pia, tutti interamente dedicati al suo amato “Scauzone”, così ella preferiva chiamarlo, terminarono nella Casa di Napoli, nel Rione Sanità, la sera del 27 agosto del 1916. Fu seppellita nel cimitero consortile, poi riesumata e riposta nel loculo sistemato a sinistra dell'ingresso del santuario del Sacro Cuore. Negli anni duemila fu realizzato un nuovo giaciglio nei locali della sagrestia. Ricevuta la notizia della sua dipartita, i mugnanesi commossi si strinsero intorno al convento tutto e il consiglio comunale si riunì in seduta straordinaria per comunicare, alle autorità politiche e militari cittadine, la dolorosa scomparsa di colei che aveva elevato la spiritualità dell’intera comunità mugnanese; e nella seduta del 21 ottobre 1916 si propose di cambiare la denominazione di Via Sant'Aniello in Via Brando, come lo stesso largo da Sant'Aniello in Piazza Brando. Il 27 giugno del 2022 è iniziato il processo di beatificazione curato dal postulatore don Antonio Paone.

testo di Carmine Cecere

Don Vincenzo Orlando 

Nuova Stagione del 08/01/2023

Documento tratto
dall'Archivio di Stato di Napoli
(antenati.cultura.gov.it)


da Nuova Stagione 10/07/2022

In onore del Sacro Cuore l'omonima 
storica Bocciofila di Via Manzoni in 
Mugnano 

Associazione Sacro Cuore
anni '80

Festeggiamenti del 1978


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