Il santo Patrono


Volendo emulare Totò, il principe della risata, potrei iniziare questo mio scritto così. Ogni anno, il tre febbraio, le campane della chiesa madre suonano a festa. I fuochi dell’alba destano i mugnanesi invitandoli a recarsi dal santo patrono. “San Biase, ‘o sole pe’ case”. Protettore della città, venerato dai mugnanesi da secoli. Visse nel IV secolo, era medico e di origine armena. Fu vescovo della città di Sebaste, città della Cappadocia, in Asia Minore, e in seguito alla sua carcerazione ordinata da Agricolao durante le persecuzioni, guarì miracolosamente un ragazzo che aveva ingoiato una lisca di pesce conficcata nella trachea. Pertanto da sempre è riconosciuto ed invocato contro i malanni della gola. Ma il santo veniva invocato anche per i mali della vescica e implorato dalle ragazze in cerca di marito. Fu martirizzato il 3 febbraio del 316, quando l’impero d’oriente era sotto il dominio di Licinio. Da piccola chiesetta che era, come si evince da alcuni documenti del 1542, la chiesa di San Biagio in Mugnano di Napoli, nel corso dei secoli è stata ampliata e trasformata fino a renderla come oggi ci appare. Di seguito riportiamo una descrizione del 1677 fatta dal Parroco de Fusco, in seguito alle diverse Visite Pastorali, tra cui quelle del Cardinale Giacomo Cantelmo, Carafa, Caracciolo, Gesualdo, Scilla, Spinelli e tanti altri. “La Chiesa parrocchiale di San Biagio, si ritrova fondata nel mezzo di due palazzi... uno di D. Alfonso Filomarino e l'altro del sig. Spasiano Brancaccio: et poiché è immemorabile la sua fondazione, come dicono di questo gli abitanti, non si può avere lume del nome e cognome di specifici fondatori, perché dicono che l'Università di detto Casale l'abbia da pietra in pietra fondato. L'unica porta d'ingresso della chiesa è tutta rovinata, e le finestre sono 11; l'altare maggiore è ben ornato con custodia; il vecchio baldacchino di cuoio che pendeva dalla tribuna è stato sostituito da un altro, in seta damascata, bianco e rosso, con frange e bacchette intagliate, tre delle quali sono rivestite d'oro. Nelle vicinanze dell'altare maggiore, dal lato del Vangelo vi è l'altare della B.V. del Rosario sul quale si trova una statua della Vergine, rivestita di un abito rosso, che ha sul capo una corona d'argento e con la mano sinistra sorregge il Bambino Gesù”. Lo stesso parroco, nel 1689, ci relaziona sullo stato materiale della chiesa, riportando il peso delle due campane, rispettivamente di q.li 4 e 1,50. Nella stessa relazione fa presente che la fonte battesimale viene spostata a sinistra dell'ingresso e che la statua di San Biagio non era ancora stata restaurata. Il primo parroco fu Giovanni Fasulo con Bolla di nomina del 19 luglio del 1529. Per la ricorrenza del santo, 3 febbraio, accorrono pellegrini da ogni parte e numerosi sono i fedeli che lo venerano. Negli anni scorsi, durante la festa patronale, la chiesa veniva addobbata con drappi e panneggiamenti di velluto rosso ed al centro veniva allestito un palco dove musici eseguivano brani sacri. Oggi tutto questo non accade più, ma la lunga fila di fedeli intenti a farsi ungere la gola è sempre uguale. Per tradizione i festeggiamenti iniziano con il triduo e la domenica mattina i fuochisti mugnanesi danno il via alla processione la cui reliquia viene trasportata fino ai paesi che circondano Mugnano. A riprendere la tradizionale processione fu il parroco Gargiulo negli anni '90, seguito poi da don Bellicose il quale ha fatto sì che i festeggiamenti durassero sette giorni, nei quali è previsto un programma civile con le varie manifestazioni ludiche, nonché quelle a carattere culturale.

San Biagio. Matrimonio dei coniugi 
Cipolletta, anni '50. Foto di
Biagio Cipolletta 

Il restauro delle tele avvenuto
 nel 2008.

Settimanale "Provincia Oggi" 2008

Settimanale "Provincia Oggi" 2007


Settimanale "Provincia Oggi" 2007

testo di Carmine Cecere

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