Mugnano e la musica

Dal settecentesco poema in vernacolo di Nunziante Pagano “Mortella D’Orzolone, poemma arrojeco” (eroicomico) si evince che nei villaggi a nord del regno napoletano diffuse erano le bande musicali, le quali dilettavano la gente durante le tante feste patronali e nei festini privati come gli sposalizi. Nel canto II, troviamo la seguente strofa nella quale sono citati diversi comuni nostrani: “A Ppasca, e ffuorze fuorze a Carnevale, chella respose, e nce vo fa no nvito de quanta nce nne stanno a sto Casale, pe fa fa annore a mmene, ed a lo Zito: e ppe nce fa na festa prencepale, nce vo chiammà li suone de Melito, de Pescinola, Pollica, e Cchiajano, e dde Marianella e dde Mugnano. Mmperzò, Petrillo mio, conto le juorne pe nzi che non se fa sta parentezza; Uh se navimmo d’allommare forne! Uh se nce penzo moro d’alleggrezza!”. Negli anni 60-70 i capelloni nostrani, travolti dal grande ciclone musicale anglo-americano e dal movimento dei “figli dei fiori”, si armarono di chitarre dando vita a del buon rock italiano, colonna sonora della contestazione giovanile. Negli scantinati di molte case del nostro territorio era tutto un fermento di nascenti formazioni musicali. I ragazzi con i pantaloni a zampa d’elefante, devoti dei vari Dylan, Hendrix, degli Eagles e tanti altri, figli di un mondo che partoriva solo guerre, intrapresero la loro rivoluzione lanciando non più bombe ma note, note di rabbia e di libertà. I complessi, allora così si chiamavano, con la cosiddetta musica americana post-bellica, allietavano le tante feste fatte nei cortili dei palazzi e tanti erano i “molleggiati” che danzavano a ritmo di rock’n roll. I nomi dei gruppi erano molteplici, alcuni di chiara matrice italiana, altri americanizzati, taluni senza alcun senso. In quel periodo lo strumento che andava per la maggiore era la chitarra, seguita dalla batteria, dal basso, dal famoso organo armonium e così via. I musicisti, quasi sempre tutti autodidatti, erano suonatori a “orecchio” e gli spartiti erano un optional. Le canzoni si imparavano ascoltando la radio o al bar con il juke-box. Gli scantinati, in quel periodo, divennero il ritrovo di tanti ragazzi, per molti fu il dopolavoro. Non tutti erano studenti, molti lavoravano: chi presso fabbrichette, chi era apprendista meccanico, chi tornitore e chi bracciante agricolo. Molti di questi gruppi, dalla contestazione giovanile, passarono a fare matrimoni, battesimi e alcuni le tradizionali feste di piazza. A Marano ricordo che vi erano i “Devil’s Group”, senza dimenticare i grandi The Showmen, capitanati dal mitico Mario Musella, il quale finì prematuramente i suoi giorni nel 1979, nella città maranese, dopo una grave malattia. Negli anni seguenti, a Mugnano, nacquero diverse formazioni ma solo alcune si distinsero come "I Guerrieri" e “La strana sensazione”, il cui repertorio si rifaceva interamente a quello dei Bee Gees, in particolar modo ai brani del film “La febbre del sabato sera” del 1977, film diventato poi un “cult”. Però incisero anche due inediti "Sei un Angelo" e "La nostra primavera". Il gruppo era capitanato da Carletto Calace, il cui papà aveva un negozio di tappezziere in Via Napoli. Il compaesano Enzo Moretti, che aveva un negozio di frutta e ortaggi in Piazza Municipio ma anche la passione della canzone napoletana, incise un 45 giri con un brano dedicato alla squadra del Napoli il quale ebbe un ottimo successo. I tempi cambiano, la contestazione giovanile e il Vietnam sembrano un ricordo lontano e il fenomeno dei gruppi sparisce quasi del tutto. Ma la musica no! Per fortuna non manca mai. Nella nostra regione, e non solo, a farla da padrona è sempre stata la musica napoletana, quella genuina, la classica. Quella per cui i grandi autori della canzone partenopea, da Di Giacomo, E.A.Mario a Libero Bovio, hanno messo la penna lasciandoci in eredità versi eterni e gli interpreti, invece, il cuore e la passione di figli generosi. Le voci note del panorama musicale napoletano sono tante: da Murolo all’indimenticabile Merola, ai conterranei Sergio Bruni e Mario Trevi. Agostino Capozzi, in arte Mario Trevi, nasce a Melito nel 1941. Divorato dalla passione per il canto, il giovane Agostino, tenne un’audizione presso la Galleria Umberto I, tempio della canzone napoletana, in presenza del maestro Acampora, il quale gli offri l’occasione di esordire, a 17 anni con il brano “Nuvole d’ammore”, al festival di Piedigrotta. Il melitese Trevi incide, nel 1959, il suo primo 78 giri. Agli inizi degli anni ’70 si dedicò, come molti altri, alla canzone di malavita, contribuendo al fenomeno della sceneggiata con cui riscosse numerosi successi. Consensi e altrettanto successo ne ebbe anche all’estero, nelle trionfali tournèe tenute a New York, a Brooklyn e in tanti altri posti del mondo. Ha sempre dichiarato di essere un fervido estimatore del compianto maestro Sergio Bruni, per il quale, la sua città natale, Villaricca, ha istituito, già da diversi anni, il rinomato “Premio Villaricca Sergio Bruni”, giunto quest’anno alla quinta edizione. Trevi, nel corso della sua carriera, ha collaborato con i più prestigiosi protagonisti della musica italiana e tra questi vi sono: Claudio Villa, Milva, Mario Abbate, Jonny Dorelli, Mario Merola, Mirna Doris, Achille Togliani, Gloria Christian e tanti altri ancora; ha partecipato a diverse trasmissioni, come Senza Rete, Scala Reale, Napoli contro Tutti, Canzoni alla Finestra, Questo Sconosciuto, 4 Passi tra le Note, Il paroliere, 15 Minuti con..., La Fiera dei Sogni, Canzonissima e Viva Napoli, condotta da Mike Buongiorno. Gli anni duemila invece ci riservano il fenomeno dei neomelodici e Trevi è il capostipite di una ricca schiera di cantanti melodici e neomelodici, cui fanno parte il fratello Lino Capozzi, Stefano Fany, Franco Moreno e Franco Sereno e i nipoti Gianluca Capozzi, Salvatore Capozzi e Mimmo Moreno. Altro esponente della nuova corrente musicale è il giuglianese Mimmo Dany, all’anagrafe Domenico Giappone, sulla cresta dell’onda ormai già da diversi anni. Esplode con, l’ormai famoso brano, “Marì, Marì”, e in seguito il “molleggiato” di Giugliano, in pochi anni, incide otto compact disc, riscuotendo un notevole successo.

Settimanale "Provincia Oggi" 2007

La baby band mugnanese del 1985

Il 45 giri del compaesano Enzo Moretti
Il quale riscosse un ottimo successo
 

Il complesso dei Guerrieri 

La Strana Sensazione durante 
Il concerto tenuto in Piazza per
I festeggiamenti del Sacro Cuore
Sul finire degli anni Settanata

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