Storia delle scuole a Mugnano


Accolto nella totale indifferenza dei napoletani, Giuseppe Bonaparte, re di Napoli per volontà del fratello Napoleone, prese possesso della città il primo febbraio del 1806. Il monarca francese, da subito, si dimostrò essere uomo colto, nonché amante delle lettere, e tenne un comportamento alquanto equanime nell’amministrare il regno che gli fu affidato. Sotto il suo governo e quello del suo successore Gioacchino Murat, avvennero sostanziali cambiamenti, se non positivi stravolgimenti come l’abolizione della feudalità, l’istituzione dei cimiteri e la nuova organizzazione dell’istruzione pubblica. Infatti, per combattere l’alto tasso di analfabetismo, si istituzionalizzò la scuola comunale in tutto il regno, come per l’appunto recita il decreto emanato il 13 agosto del 1806: “…tutte le città, terre, Ville, ed ogni luogo abitato di questo regno, saranno obbligate a mantenere un maestro per insegnare i primi rudimenti, ed il catechismo ai fanciulli…”. Il Somma, nel suo “Il Comune di Villaricca e la scuola elementare” del 1909, si fa carico di una precisazione storica, ovvero che “La gloria di aver posto il primo germe della pubblica istruzione non si deve al monarca francese (come è riportato da molti libri di storia), ma alla casa regnante borbonica sotto il dominio di Carlo III e poi di Ferdinando IV”. Difatti nel riassetto delle leggi, avvenuto nel 1776, si obbligava i comuni a pagare i maestri e la scuola primaria, da privata che era, divenne pubblica. Le prime scuole napoletane furono aperte nel 1789. Nel 1806 il maestro delle scuole di Mugnano fu Gennaro Pianese, sostituito poi, nel maggio del 1807, dal maestro Matteo Passarelli il quale fu assunto con un stipendio mensile di quattro ducati. Nel primo decennio del 1900 alcune aule erano ubicate nei locali della casa comunale, mentre altre in locali presi in affitto e spesso alquanto fatiscenti. Come risulta da delibera di Giunta n°51 del 1902, il cui contratto d’affitto venne stipulato con Cipolletta Cristofaro, Vincenzo e Teresa fu Nicola, poiché i locali di questi ultimi risultarono migliori di quelli di un tal Tafuri Gennaro, affittati con la stipula di un precedente contratto. Nel 1900 il maestro elementare della seconda e terza classe fu un tal Gennaro Cacciapuoti. Con atto deliberativo n°93 del 1901 si liquidava la somma di lire 13 a favore degli eredi della bidella Concetta Paolone, deceduta, in seguito ad una malattia, presso l’ospedale degli Incurabili. Il maestro Francesco Cipolletta, sacerdote, nel 1902 fece richiesta di tre mesi d’aspettativa in quanto doveva recarsi all’estero per motivi di studio. Il permesso gli fu accordato senza, però, alcuna retribuzione in virtù dell’art.162 del regolamento 9 ottobre 1895. Gli esami avvenivano nel mese di agosto ed erano detti esami di compimento per le prime e le seconde classi e di proscioglimento per le terze. Con delibera di Giunta n°101 del 1901 si approvò la spesa di lire trenta atta a liquidare il professore Maurizio Romeo di Sant’Antimo delegato dal Regio Ispettore scolastico a presiedere la commissione esaminatrice. Non mancarono diversi contenziosi. Uno, per l’appunto, ce lo ricorda la lettura del verbale di Giunta n°39 del 1901 nel quale evince che il comune fu citato in giudizio, con opportuno atto del 9 novembre 1898, dal maestro Antonio Cipolletta, per il mancato pagamento degli stipendi del triennio 1894-1896. Annualmente veniva nominata un’apposita commissione di vigilanza il cui compito era quello di far si che le attività si svolgessero nel miglior modo possibile e nel pieno rispetto dei programmi scolastici. Sovente avvenivano lavori di manutenzione, sia per quanto riguarda la tinteggiatura delle aule, sia per la riparazione dei banchi i cui lavori in quegli anni venivano eseguiti da un certo falegname Vallefuoco Gabriele. Negli anni trenta l’amministrazione fascista acquistò il cinquecentesco palazzo gentilizio dei Capece Minutolo ridotto ad un rudere e, nel 1932, diede luogo alla costruzione del tanto atteso edificio scolastico, dove oggi è la sede del primo circolo didattico “Gennaro Seguino”. Con l’avvento dell’unità d’Italia i maestri furono il sacerdote Girolamo de Gironimo e la maestra Giuseppa Cacciapuoti. Il de Gironamo, però, fu esautorato poiché non volle prestare giuramento di fedeltà ai Savoia. Con l'istituzione delle Scuole Medie Statali, il convento del Ritiro del Carmine, perse, diciamo così, l'esclusiva. In seguito alla proposta del senatore Ambrogio Donini e Cesare Luporoni, in merito all'istituzione di una scuola media con l'obbligo di frequenza, si diede luogo alla Legge n°1859 del 31 dicembre 1962 la quale aboliva quella di Avviamento al lavoro e dava vita a una scuola media unificata ai fini di accedere a tutte le scuole superiori. Pertanto molte insegnati del Ritiro furono assunte dallo Stato e Mugnano inaugurò la sua scuola media nel plesso di Via Sacro Cuore la cui denominazione fu dedicata al sacerdote professore Luigi Cirino il quale ebbe i natali a Mugnano nel 1827 e fu insigne latinista, trascorrendo la propria vita nel capoluogo campano. Sul finire degli anni settanta, la "Luigi Cirino" ebbe la sua sede definitiva in via Murelle, costituita da due piani e attigua palestra e spazio all'aperto dove noi monelli ci sbizarrivamo come cavalli allo stato brado.

Verbale Riunione n°278 del 
Consiglio comunale 1931 
Per la proposta di costruzione
Edificio scolastico Seguino.

Bidelli e personale segreteria della Cirino
in una foto degli anni '70.


Media Cirino, sezione B fine anni '70


 
testo di Carmine Cecere

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