sabato 20 maggio 2023

Mugnano, 'o cinema nuovo e 'o cellariello

A Mugnano il cinema muto esplose con Ridolini, Charlot e tutte le altre comiche americane proiettate nella sala cinematografica ubicata in Via 4 Martiri, nei locali in cui oggi c'è il Banco di Napoli. A gestirla vi fu un personaggio alquanto eclettico, Francesco Romano, da tutti conosciuto come “Ciccio ‘o cuntrollo”, in quanto impiegato nell’azienda Tramviaria napoletana. Bisnonno di Salvatore Ruggiero (tabaccaio di Via Diaz), l’uomo nacque a Napoli nel 1873, ma visse la sua vita interamente a Mugnano e qui trapassò e dove tuttora riposa dagli anni ‘40. Dal muto, poi, si passò al sonoro, le tecniche migliorarono e nuove sale sostituirono quella del Romano. All'interno del palazzo De Magistris sorse il cinema "Verdi", conosciuto da tutti come " 'o cellariello", oppure " 'o cinema viecchio", il cui proprietario si chiamava Ugo, detto Ugariello e gridato da tutta la sala ogni qualvolta la pellicola si bloccava e lui era lontano dal proiettore a chiacchierare con la moglie. Leopoldo Apa, di Marano, deceduto nei primi mesi del 2014, conduceva il "Cinema Iris" apostrofato come " 'o cinema nuovo" e ancora " ' o cinema 'areto 'o campanaro" insieme alla sua consorte; avvalendosi della collaborazione di Vincenzo Fabozzi, il quale con tutto il suo nucleo familiare risiedeva all'interno della grossa struttura e che a sua volta era aiutato dai figli Ettore e Nicola. Quest'ultimo era mio amico e compagno di banco, e pertanto l'amicizia mi permetteva di entrare gratis. A quell'epoca i film che piacevano a noi ragazzi erano i film pseudo storici o volgarmente detti " 'e film de romani". Poi ci fu il boom dei film di karate e Kung fu, e questi, poi, scalzati dalla commedia sexy all'italiana con Edwige Fenech and Company. Durante la visione, accadeva sempre che quelli delle ultime file lasciavano cadere, volutamente, le bottiglie vuote delle gazzose, le quali rotolando producevano un frastuono assordante. L'ira della sala si esternava, nei confronti degli ignoti disturbatori, con una valanga di improperi. La soppressione delle sale cinematografiche, nel nostro paese, si ebbe con l'avvento dei videoregistratori e l'apertura dei blockbuster, ma soprattutto con la profonda crisi cui il cinema italiano attraversò. Cosicché la sala "Iris" divenne il centro polidiagnostico "Ippocrate"; mentre del mitico "cellariello" non siamo a conoscenza in cosa sia stato trasformato.

Il signor Vincenzo Fabozzi
nella cabina di proiezione. 
Nella foto sopra il signor
Biagio Imperatore con familiari
in attesa dell'apertura del cinema
Iris, dove adesso c'è il centro
Polidiagnostico.


testi di Carmine Cecere 

Nessun commento:

Posta un commento