venerdì 26 maggio 2023

Mugnano, Cannito Piccolo e la tomba osca

Negli anni settanta, forse nel 1975, durante la messa in opera del gasdotto nell’ex Via Cannito Piccolo che a quel tempo era un viottolo di campagna come si vede qui nella foto scatta nel 1978, oggi Via Brodolini, venne alla luce una tomba, probabilmente degli Osci se no romano-imperiale, del tipo a camera o ipogeo. Gli operai quella mattina di primavera, intenti a fare il loro lavoro con un mezzo meccanico, ne sfondarono il tetto e ignari di quanto apparve ai loro occhi rimasero allibiti. Ovviamente ci fu il via vai di diversi curiosi, giacché in paese la notizia era poi volata di bocca in bocca (come canta De Andrè), e per alcuni giorni quel luogo fu meta di pellegrinaggi, specialmente di noi ragazzi e a dire il vero anch'io andai; anche perché abitavo nei paraggi. Insieme ad altri scesi  nel ventre della tomba, la quale per una buona metà era invasa dai detriti del tetto sfondato. Quello che ricordo chiaramente è che le pareti erano intonacate e presentavano un lambrino culminato da una linea continua di un rosso porpora. Vi era anche una sorta di rientranza tipo edicola votiva, ma senza alcuna immagine o altro. Non ricordo di aver visto oggetti o ossa, ma credo che quando scesi io non c'era alcunché di prezioso, se non la tomba e quello che ho qui descritto. La mattina seguente, in classe, si parlò della involontaria scoperta fatta. Alcuni ipotizzarono anche un probabile trafugamento degli oggetti contenuti in essa, ma ciò fu spicciolo pettegolezzo poiché di tali notizie non si ebbero mai riscontri. Il nostro chiacchiericcio fu interrotto dal prof di religione, ovvero da padre Gargiulo, ex parroco di San Biagio, il quale ci chiese di accompagnarlo sul luogo del ritrovamento. Mi proposi io, in quanto abitavo in zona, e altri due compagni di scuola. Se non ricordo male andammo di pomeriggio e con il professore ci incontrammo all'ingresso della cupa, e così lo conducemmo in loco. Non c'era nessuno, credo, tranne tanta polvere e noi quattro. Il sacerdote si avvicinò alla tomba da solo e noi restammo poco distanti. Dopodiché ci raccontò qualcosa, ma quel che disse non lo ricordo affatto. E tra un come e un perché ci allontanammo. Usciti sulla strada maestra, ci salutammo e ognuno andò per i fatti suoi.

(Nella foto sopra, un mio scatto del 1978 di Via Cannito Piccolo, oggi Via Brodolini)

testi di Carmine Cecere 

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