Dove oggi vi è il cimitero di Marano, un tempo, annesso all’attuale chiesa di Santa Maria della Cintura di Vallesana, sorgeva il convento dei padri agostiniani eremiti. Con l’atto testamentario, datato 10 dicembre 1630, il nobile Girolamo de Sangro dona al suo erede, Giovan Battista, tutti i suoi beni, nonché una somma di mille ducati per la costruzione del detto convento. Il primo priore fu un certo Guglielmo Galaterio. Nel 1746 i frati diedero in affitto, a un tal Michele Andreozzi di Aversa, il vecchio refettorio che lo tramutò in negozio di spezie e medicine. Con decreto n°448 dell’8 agosto 1809, emanato sotto il dominio francese da Gioacchino Murat, avvenne la soppressione di tutti gli ordini religiosi e quindi anche di quello agostiniano maranese. Nel 1820, invece, dopo quasi due secoli di vicissitudini di detto convento, iniziò l’abbattimento e quindi la costruzione di un primo nucleo del cimitero di Marano i cui lavori però furono sospesi e ripresi poi, per ultimare il tutto, nel 1839. Duecentotrenta anni prima, esattamente nel 1609, fu stipulato l’atto di donazione della proprietà detta “l’olmo” dei signori Dentice delle Stelle a favore del Frate Gervasio da Perugia, dell’ordine dei Francescani Minori, per la costruzione, a Marano, della chiesa e del convento di Santa Maria degli Angeli. Il travaglio di tale complesso fu lungo e tormentoso, infatti, nel 1649, durante i lavori alla cupola della chiesa questa crollò causando diverse vittime tra le maestranze. Ad affrescare le volte del refettorio e del chiostro fu Angelo Mozzillo di Afragola, acclamato pittore di fine settecento, le cui opere sono ammirate in diverse chiese napoletane come San Lorenzo Maggiore, Sant’Anna dei Lombardi e presso l’Eremo Camaldolese. In questo convento vi soggiornò anche padre Ludovico da Casoria. Diverse volte, tale struttura, ha rischiato di essere soppressa. Come pure il convento dei francescani di Giugliano, il cui podere fu donato dal duca Pinelli ai Cappuccini i quali nel 1617 lo edificarono, dedicandolo alla Madonna delle Grazie con annessa chiesa. Soppresso dalle leggi francesi diventò una scuola e un ospizio per i mendicanti. Alla morte dell’ultimo frate cercatore Fra’ Serafino Mallardo, avvenuta nel 1992, fu valutata l’ipotesi della chiusura del convento, ma fortunatamente nella struttura vi si svolgono tuttora diverse attività. Nella Mugnano del 1800, tra i boschi e i meleti di un ameno luogo posto a sud-ovest della cittadella, Suor Angela Maria Pignatelli acquistò dei locali, o quello che restava di un antico rustico, per farne una casa per orfanelle e il 17 giugno del 1818 fondò il Ritiro del Carmine. Nel 1835 la comunità era composta da 36 suore guidate dalla Superiora Suor Maria Luisa Cirino e la sua Vicaria Suor Maria Felice Chianese. La chiesa dedicata alla Madonna del Carmine fu eretta nel 1860 come si evince dalla lapide a destra dell'ingresso e inaugurata con solenne cerimonia da Mons. Vincenzo Taglialatela, Arcivescovo di Siponto, nel 1861; il primo curatore della chiesa fu don Vincenzo Orlando. Nel
Foto 2016, panoramica interna del Ritiro del Carmine. Foto di Carmine Cecere |
(Sopra: foto Ritiro 1937, la prima suora guardiana suor Arcangela. Foto Carmine Cecere)
testo di Carmine Cecere
Nessun commento:
Posta un commento