martedì 18 luglio 2023

L'autunno nei nostri antichi Casali

Finita l’estate, dopo che le nostre mamme e tutte le massaie avevano svolto il rituale delle bottiglie di pomodoro, il ritorno a scuola era segnato dai profumi dell’autunno. Con il grembiulino nero e il fiocco nuovo scintillante, attraversavo una Mugnano laboriosa e intenta a prepararsi per i mesi invernali. Nelle coorti degli antichi palazzi vi era un mondo in pieno fermento, nelle quali si intravedevano uomini e donne indaffarati, ognuno occupato a fare i propri mestieri. Innanzi ai poveri bassi avveniva l’essiccazione delle noci, i preparativi della premitura delle uve nostrane e le donne che si prodigavano alla salatura delle alici e alla messa sottolio delle tradizionali melanzane, riempiendo grossi recipienti di ceramica. Dall’egregio lavoro del Reverendo Francesco Gargiulo, “Mugnano di Napoli fra storia e tradizioni”, stralciamo un passaggio ricco di sapori antichi: «Col ritorno dell'autunno, alla raccolta delle noci, mele e pere si aggiungeva la vendemmia, che generalmente si svolgeva come in un alone di esilarante allegria. La raccolta dell'uva pendente da alti pergolati a festoni era fatta con scale strette e lunghe, o con treppiedi nei rami più bassi. Si lavorava sodo, anche se si passava del tempo cantando, e al termine della giornata si faceva sentire la stanchezza. Messa l'uva in larghi tini veniva pigiata a piedi scalzi per ore intere, finché non veniva giudicata adatta per la fermentazione, che si compiva in altri recipienti più capaci. A fermentazione ultimata si procedeva alla torchiatura, che era fatta con torchi a volte dalle proporzioni gigantesche, tenuti sotto pressione con una lunga sbarra a forza di braccia. La rivoluzione industriale ha ormai relegato nei musei la maggior parte degli strumenti di lavoro di cui si è servito l'uomo nel passato, e forse sono ormai dimenticati senza alcun rimpianto. Ma rimane un fatto incontestabile che, nonostante il progresso e le innumerevoli macchine di ogni specie oggi a disposizione, quando si ha la possibilità di gustare un prodotto dei vecchi metodi e dei vecchi tempi, si prova quasi spontaneamente un piacere inesprimibile. Si rimpiangono quei tempi in cui il lavoro dell'uomo rendeva più saporiti e più accettabili i vari prodotti che da sempre egli ha saputo trarre dalla madre terra con l'opera assidua delle sue mani e col sudore della propria fronte». Erano gli anni sessanta e sulle strade, dove oggi sfrecciano numerosi motorini, auto e quant’altro, era solito assistere al passaggio degli ultimi birocci carichi di contadini che all’imbrunire ritornavano a casa. In quegli anni, in paese, vi era ancora chi governava qualche mucca, ricavando, così, un po' di soldi dalla vendita del latte appena munto. In “Giugliano anni ‘50” di Emmanuele Coppola, leggiamo che per le strade dei nostri paeselli i caprai davano il buongiorno mentre mungevano all’istante le poche capre di loro proprietà, riempiendo i contenitori delle donne che li circondavano intenti, quest’ultime, a chiacchierare tra loro. Ricordo con tenerezza che fino a pochi anni fa per le strade della moderna Mugnano era sovente assistere al passaggio dell’ultimo capraio Francesco Maisto la cui scomparsa è avvenuta pochi anni or sono. Con il suo modesto gregge se ne andava pascolando nei pochissimi e brulli campi rimasti nel circondario e ancora vi era qualcuno che da lui si riforniva del pregiato latte. Con le prime piogge autunnali spuntava il “conciambrelli”, colui che risolveva qualunque problema legato agli ombrelli, non come adesso che, all’insorgere del primo guasto, li si butta senza pensarci due volte. Questo artigiano del riciclo anch’esso girovagava per le strade l’intera giornata nel tentativo di sbarcare il lunario. Per le riparazioni bastavano un po’ di filo, delle pinze, delle tenaglie e un martello. Per porre rimedio al freddo in quegli anni, in quasi tutte le case, era d’uopo l’uso della “vrasera” (braciere), un disco di rame nel quale si accendeva del carbone. Gli indumenti venivano messi ad asciugare sul braciere stesso, su una specie di cupola in legno. Di sera poi era naturale ritrovarsi intorno al braciere a chiacchierare o ad ascoltare le storie del più anziano della famiglia.  

Sopra: donne che si adoperano al
Confezionamento dei pomodori.
Sotto: essiccazione delle noci in
Una coorte di un palazzo.
Entrambe le foto sono scattate 
A Mugnano negli anni '80.



testi di Carmine Cecere

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