sabato 4 febbraio 2023

Mugnano e la peste del 1656


Purtroppo anche i sette casali a nord del regno di Napoli furono travolti dalla peste del 1656 e anche stavolta pagarono il loro contributo di vite. Il dato preciso dei morti appestati del comprensorio è cosa alquanto difficile avere, poiché, come gli stessi storici tengono a precisare, durante i picchi più alti dell’epidemia si sospesero le singole esequie e si diede luogo a sepolture comuni effettuate in fretta e furia. A Marano i decessi registrati furono 87, mentre a Mugnano 147, tra cui il sacerdote don Ascanio Ninno, nipote del parroco di San Biagio don Francesco Ninno, perito, quest’ultimo, anche lui nello stesso anno. A seguito di ciò nacque, nel 1657, l’Arciconfraternità del Pio Monte del Purgatorio per il sostegno ai fedeli meno abbienti e bisognosi di assistenza. A Calvizzano il registro ne conta 5 ma la registrazione fu interrotta, forse a causa della repentina fuga del parroco il quale, visto il tragico evolversi dell’epidemia, si rifugiò a Marano e quindi si presume che anche qui i morti ne furono molti di più. A Melito, invece, tra il 1656 e il 1657 morirono di peste 84 persone. Per quanto riguarda Villaricca non vi sono dati, in quanto il registro attinente agli anni in oggetto non è più reperibile, come lo stesso insigne Mons. Pasquale Orlando ci riferisce nel suo “Marano di Napoli, vita socio-economico-religiosa” pubblicato nel gennaio del 1993. In quegli anni si diffuse il culto di San Rocco, in quanto protettore degli appestati, nonché dei prigionieri e dei pellegrini. Si narra che il suo primo miracolo fu quello di guarire un cardinale di Roma dalla peste. Molte furono le chiese e cappelle che i fedeli gli dedicarono. Ricordiamo che San Rocco è il santo patrono di Villaricca, anche se non è accertato che tale scelta fu fatta in seguito ai tragici eventi del 1656.

(Nella foto sopra, in uno scatto degli anni '40, alle spalle dei comunicati, si vede l'antico ingresso della Arciconfraternita del Pio Monte del Purgatorio di san Biagio (foto donata da Donna Ninetta Maione)


testo di Carmine Cecere

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