Purtroppo anche i sette casali a nord del regno di Napoli furono travolti dalla peste del 1656 e anche stavolta pagarono il loro contributo
di vite. Il dato preciso dei morti appestati del comprensorio è cosa alquanto
difficile avere, poiché, come gli stessi storici tengono a precisare, durante i
picchi più alti dell’epidemia si sospesero le singole esequie e si diede luogo
a sepolture comuni effettuate in fretta e furia. A Marano i decessi registrati
furono 87, mentre a Mugnano 147, tra cui il sacerdote don Ascanio Ninno, nipote
del parroco di San Biagio don Francesco Ninno, perito, quest’ultimo, anche lui
nello stesso anno. A seguito di ciò nacque, nel 1657, l’Arciconfraternità del Pio
Monte del Purgatorio per il sostegno ai fedeli meno abbienti e bisognosi di
assistenza. A Calvizzano il registro ne conta 5 ma la registrazione fu interrotta,
forse a causa della repentina fuga del parroco il quale, visto il tragico
evolversi dell’epidemia, si rifugiò a Marano e quindi si presume che anche qui i
morti ne furono molti di più. A Melito, invece, tra il 1656 e il 1657 morirono
di peste 84 persone. Per quanto riguarda Villaricca non vi sono dati, in quanto
il registro attinente agli anni in oggetto non è più reperibile, come lo stesso
insigne Mons. Pasquale Orlando ci riferisce nel suo “Marano di Napoli, vita
socio-economico-religiosa” pubblicato nel gennaio del 1993. In quegli anni si
diffuse il culto di San Rocco, in quanto protettore degli appestati, nonché dei
prigionieri e dei pellegrini. Si narra che il suo primo miracolo fu quello di
guarire un cardinale di Roma dalla peste. Molte furono le chiese e cappelle che
i fedeli gli dedicarono. Ricordiamo che San Rocco è il santo patrono di
Villaricca, anche se non è accertato che tale scelta fu fatta in seguito ai
tragici eventi del 1656.(Nella foto sopra, in uno scatto degli anni '40, alle spalle dei comunicati, si vede l'antico ingresso della Arciconfraternita del Pio Monte del Purgatorio di san Biagio (foto donata da Donna Ninetta Maione)
testo di Carmine Cecere
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