giovedì 22 dicembre 2022

Salzano, maestro presepiale

Il poverello d’Assisi, nel 1208, fu accolto presso la corte di Messer Giovanni Velita, discendente dei conti di Celano, signore di Greccio. Con l’aiuto di questi, il Santo realizzò, nel 1223, il primo presepe vivente della storia. Elena Sica, però, nel suo tascabile, TEN, ci informa che “a Napoli sia ha notizia di preesistenza al presepe di Greccio già dal 1025, come dimostra un documento in cui si parla della chiesa di Santa Maria del Presepe”. È il XV secolo il periodo in cui il presepe raggiunge la sua popolarità. I pastori, rigorosamente in legno, avevano dimensioni pressoché identiche a quelle naturali; mentre nel Cinquecento compaiono i primi paesaggi, nonché i primi animali domestici: galline, cani e i greggi di pecore. I processi di innovazione saranno senz’altro lenti e andranno di pari passo con la scoperta di nuove tecniche e nuovi materiali. Dai pastori in cartapesta dei presepi fatti sotto il dominio dei Vicerè, si arriva all’epoca d’oro del presepe napoletano, ovvero a quella del Settecento. Secolo nel quale prende vita il “figurinaio”, l’artista per antonomasia, la cui arte trasformerà il modo di costruire i pastori
  che da allora in poi avranno uno scheletro in fil di ferro riempito da fili di stoppa, con gli arti e la testa in legno e successivamente in argilla. Grande estimatore del presepe napoletano fu Carlo III, di cui si narra, infatti, che si compiacesse nel vedere la consorte, durante i giorni di preparazione al natale, intenta a cucir vestiti per i pastori e che lui stesso si divertisse nella costruzione del presepio posto nelle stanze di palazzo reale. “Il presepe, che veniva edificato in alcuni saloni di Palazzo Reale di Napoli, era immenso, consisteva, infatti, in una lunga catena di monti, fatti in sughero, a imitazione dell’Appennino, con gli sfondi in rilievo, le strade, ponti, le taverne e le botteghe, straripanti di ogni sorta di mercanzia”. A diffondere il culto del presepe fra il popolo fu il domenicano padre Rocco, di cui si narra che riprodusse il presepe finanche in un “lupanare”. Uno dei presepi più conosciuti è senz’altro quello del Cuciniello; denominata “lo scoglio” l’opera fu realizzata nel 1879 con scene progettate dall’architetto Fausto Niccolini, dal drammaturgo Luigi Masi e da Luigi Farina, i pastori, invece, furono realizzati da Michele Cuciniello. L’arte presepiale dell’antica scuola napoletana è ormai rinomata in tutto il mondo e tanti sono gli artisti che da San Gregorio Armeno e da ogni recondito angolo di Napoli “creano prodigi di abilità”, come diceva la stessa Maria Teresa d’Austria, moglie di re Ferdinando II di Borbone. Tra i tanti artisti attuali c’è ne uno che riesce a distinguersi e a farsi apprezzare ovunque, questi è senza dubbio Giosuè Salzano. Nasce a Napoli nel 1937 e la passione per il presepe lo travolge già in giovane età. Nel 1985 si stabilisce a Mugnano dove crea il suo piccolo laboratorio e inizia a fare sul serio. Le sue prime opere riscuotono vasta eco, realizzando presepi di dimensioni notevoli e manufatti di pastori paragonabili ai Ferrigno di San Gregorio Armeno, maestri “Figurinai” dal 1836. Numerose sono le iniziative a cui prende parte e prestigiosi sono i riconoscimenti ricevuti in tutta la sua carriera: sia a carattere regionale che internazionale. Nel 1995 espone a Manhattan e con il patrocinio del “Comitato Spaccanapoli Centro Antico”, altre opere furono esposte simultaneamente a New York, Londra e Parigi. Nell’ambito del gemellaggio Napoli - Kakoscima, città della provincia di Tokyo, fu donato, dall’amministrazione comunale di Napoli, un suo presepe il quale fu esposto prima a Tokyo, nelle vetrine della Wako, nella grande arteria di Ginza; l’opera fu consegnata, alla delegazione giapponese, “nel contesto dello sviluppo dei rapporti di amicizia tra le due metropoli”. Per diverso tempo, il maestro Salzano ha insegnato in alcuni centri d’arte e presso la scuola media “Luigi Cirino” a Mugnano, dove registrò un’ampia partecipazione da parte dei ragazzi, con i quali realizzò scene presepiali di ottima fattura. Ha collaborato con l’Istituto per disabili “Pascoli” di Scampia e con la cooperativa “L’uomo e il legno”. Nel 2006 altre sue opere vanno in giro per l’Italia: a Messina partecipa alla IIª edizione della “Mostra nazionale d’arte Presepiale” e a Conzano, nella splendida cornice di Villa Vidua, in provincia di Alessandria e poi ancora a Giugliano nell’ambito della terza rassegna “Arte presepiale” a Napoli nord. 

testi di Carmine Cecere

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